Con un comunicato diffuso domenica notte il presidente americano uscente Joe Biden ha informato di aver concesso la grazia a suo figlio Hunter Biden. Le accuse erano già state oggetto di discussione durante la campagna elettorale contro Donald Trump. Il presidente neo-eletto aveva ricordato ai cittadini che Hunter sarebbe stato «il primo figlio di un presidente in carica ad essere condannato». All’epoca Biden promise che non avrebbe mai concesso la grazia al figlio.

Le accuse –  A giugno 2024 Hunter Biden era stato giudicato colpevole per tutti e tre i capi di accusa dalla giuria del tribunale di Wilmington riguardo l’acquisto di un’arma avvenuto nel 2018. Il figlio del presidente uscente compilò un modulo di acquisto nel quale dichiarava di non fare uso di sostanza stupefacenti. Tuttavia è stata dimostrata la sua dipendenza da crack tra il 2015 e il 2019. Nello stesso periodo era anche stato condannato per un’evasione fiscale di 1,4 milioni di dollari di cui Hunter si era dichiarato colpevole. Nei prossimi mesi il tribunale avrebbe emesso le sentenze definitive su entrambi i casi. Per il primo processo rischiava 25 anni di carcere, mentre per il secondo 17 anni.

Le reazioni –  il presidente uscente avrebbe concesso la grazia a Hunter perché «perseguito in modo selettivo e ingiusto solo in quanto mio figlio», ha affermato. Le reazioni dei repubblicani sono state immediate. «Che abuso e fallimento della giustizia» ha scritto sul suo social Truth Donald Trump. Ad aumentare le proteste dei repubblicani è stato il fatto che Joe Biden non ha perdonato il figlio solo per i crimini commessi ma anche per quelli che «potrebbe aver commesso o ai quali potrebbe aver partecipato». In particolare per il periodo in cui Biden era vicepresidente (1 gennaio 2014-1 dicembre 2024).