La velocità con cui scorre il tempo e la paura di restare indietro impongono di rivisitare le tradizioni, ma alcuni classici sembrano poter resistere, almeno in parte. A Milano ogni 7 dicembre inizia il conto alla rovescia per il Natale: per Sant’Ambrogio, patrono della città, ci si riunisce in famiglia e con luci e decorazioni si prepara l’albero. Nella metropoli dove tutti hanno sempre fretta, c’è ancora chi rispetta questa usanza?

Chi resiste – In Piazza Duomo l’albero di Natale svetta già da qualche giorno e sotto i suoi rami proseguono i lavori per ultimarne la decorazione. A supervisionare c’è Giovanni, 65 anni, milanese doc: «l’albero si fa a Sant’Ambrogio» dice, e aggiunge «ma forse sono uno dei pochi che rispettano ancora la tradizione». Di certo non è il solo, perché un po’ di fretta, sotto la galleria Vittorio Emanuele, si unisce al coro Camilla, studentessa-lavoratrice di 25 anni che vive a Milano con la famiglia: «la tradizione è intoccabile, il tempo si trova sempre». C’è anche chi a Milano ci è arrivato da adulto ma si è comunque lasciato influenzare dalle abitudini della città: Vincenzo e Alessia, siciliani di origine e nel capoluogo lombardo da oltre 15 anni, aspettano con ansia il 7 dicembre per mettersi all’opera insieme ai due figli dodicenni. La mamma di Vincenzo, anche lei siciliana e trasferitasi da pochi anni, ci tiene poi a rivendicare la sua «milanesità» sottolineando che anche lei farà l’albero a Sant’Ambrogio.

E chi no – Per dei milanesi acquisiti fedeli all’usanza, ce ne sono altri che pur conoscendola se ne sentono slegati. È il caso di Donatella, 56enne valdostana ma nel capoluogo lombardo da più di vent’anni, per lei Sant’Ambrogio è un giorno speciale ma «l’albero si fa quando si riesce, quest’anno non ho ancora avuto tempo e non so dire se aspetterò il 7 dicembre». Dario invece di anni ne ha 60 ed è nato a Milano, ma nonostante da bambino in famiglia seguissero questa regola con rigidità, oggi si è adattato a una città in evoluzione: «l’ho già fatto, non ho più un giorno preciso». Paradossalmente, per alcuni la famiglia è invece divenuta la causa della “non osservanza” della tradizione. Chiara e Michele hanno circa quarant’anni e due figli di 5 e 3 anni e proprio per farli contenti hanno anticipato la giornata di addobbi: «i bambini fremevano», dice la mamma, «ma a prescindere dal giorno, il momento in cui facciamo l’albero rimane uno dei nostri preferiti durante l’anno», chiosa il papà.