L’ex sindaco di Milano Paolo Pillitteri in una foto d’archivio del 1997. (fonte: Archivio ANSA)

È morto a Milano Paolo Pillitteri, sindaco della città dal 1986 al 1992, per essere poi travolto dall’inchiesta Mani Pulite. Proprio oggi, 5 dicembre, avrebbe compiuto 84 anni. A darne l’annuncio sui social il figlio Stefano: «Ha avuto un’esistenza ricca nel bene e nel male. Ed è ciò che più conta nel nostro passaggio terreno (anche se poteva essergli risparmiato un decennio di persecuzione giudiziaria). Ma ciò che più conta è che resterà nel cuore delle persone».

Il ritratto – Nato a Sesto Calende (VA) il 5 dicembre 1940, intraprende da giovane l’attività di giornalista e critico cinematografico. Inizia poi la carriera politica tra le fila del Partito socialista italiano, diventando assessore alla cultura del comune di Milano nel 1970. Rimane all’interno della giunta fino al 1980, rivestendo anche le cariche di assessore con delega al bilancio e di assessore con delega all’edilizia privata. Nel 1983 viene eletto per la prima volta deputato alle elezioni politiche in rappresentanza del Psi. Pillitteri era cognato di Bettino Craxi: aveva infatti sposato Rosilde Craxi, sorella dell’ex leader del Psi, scomparsa nel 2017. Nel 2022 si era risposato con la giornalista milanese Cinzia Gelati. Nel tempo ha continuato ad affiancare attività politica e attenzione agli ambienti culturali, collaborando con l’Avanti!, occupando il ruolo di condirettore del quotidiano L’Opinione delle libertà e ricoprendo la cattedra di Storia del cinema all’università Iulm.

Gli anni a Palazzo Marino – Il 21 dicembre 1986 venne eletto sindaco di Milano alla guida di una giunta comunale retta da un’alleanza politica con la Democrazia Cristiana, ricalcando la coalizione del pentapartito nazionale. Tuttavia, a causa di dissidi con la Dc, l’anno seguente dà vita a un’amministrazione rosso-verde con Pci e Federazione dei Verdi. Dopo essere stato rieletto deputato nelle elezioni politiche del 1992, riceve un avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta Mani Pulite con l’accusa di ricettazione di 500 milioni di lire. Nel 1996 viene condannato in via definitiva a 2 anni e 6 mesi dalla corte d’Appello. Nel 2000 la Procura generale di Milano gli impedisce di partecipare ai funerali del cognato Bettino Craxi a Tunisi.
L’attuale sindaco Beppe Sala, nell’esprimere «sentita vicinanza alla famiglia», si è dichiarato pronto ad attivarsi «per un ricordo pubblico in accordo con i familiari».