Israele contro il rapporto internazionale di Amnesty International. L’uccisione degli oltre 45mila palestinesi nella Striscia di Gaza non sarebbe un genocidio: non solo per lo Stato ebraico ma anche per la sede della stessa Amnesty che opera in Israele. «Sebbene la portata delle uccisioni e della distruzione perpetrate da Israele a Gaza abbia raggiunto proporzioni orribili e debba essere fermata immediatamente, gli eventi non rispondono alla definizione di genocidio come rigorosamente stabilita dalla convenzione sulla prevenzione e la punizione del crimine di genocidio», si legge nella nota riportata dal Times of Israel. Il report, secondo Israele, sarebbe «fabbricato e completamente falso».
Le critiche sarebbero arrivate anche a causa di un presunto doppio standard utilizzato dall’organizzazione internazionale nel giudicare l’operato dello Stato ebraico e quello di Hamas. «Ci sono state accuse secondo cui sia il massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre che l’attacco israeliano a Gaza che è seguito al massacro siano stati genocidio o tentato genocidio – ha sottolineato Amnesty Israel –. È imperativo e corretto indagare su queste accuse e garantire che lo standard richiesto per provare l’intenzione di commettere genocidio sia universale e coerente per tutte le parti, così come in qualsiasi altro caso nel mondo in cui vengono sollevate preoccupazioni simili». La stessa organizzazione, in una dichiarazione rilasciata al quotidiano Haaretz, ha definito il report «un’analisi artificiale» della situazione nella Striscia di Gaza «motivata dal desiderio di sostenere una narrazione popolare tra il pubblico di riferimento di Amnesty International». Amnesty Israel ha chiesto quindi di riconsiderare criticamente il resoconto.