La sentenza è arrivata. A sette mesi dai suoi arresti domiciliari, Giovanni Toti ha patteggiato due anni e 3 mesi, che saranno convertiti in 1.620 ore di lavori socialmente utili. Ex presidente della regione Liguria, il 7 maggio è stato arrestato con l’accusa di corruzione per l’esercizio della sua funzione e di finanziamento illecito ai partiti. Dai primi di gennaio si occuperà di gestire le telefonate per Lilt, Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, e sarà interdetto dai pubblici uffici per tutta la durata della pena. Chiuso il caso anche per Paolo Emilio Signorini, ex presidente dell’autorità di sistema portuale del mar Ligure Occidentale, condannato a 3 anni e 5 mesi, e per l’imprenditore portuale Aldo Spinelli, condannato a 3 anni e 3 mesi.
La vicenda giudiziaria – L’inchiesta riguardava vari casi di corruzione che spaziavano dalla campagna elettorale del 2020 alle concessioni portuali genovesi. La procura sosteneva che Toti avesse ricevuto tangenti dall’azienda dell’imprenditore Spinelli, che voleva ottenere la proroga della concessione delle aree portuali. La procura affermava anche che Spinelli avesse pagato anche il responsabile dell’area portuale Signorini per ottenere questi favori. Ma la rete di clientelismo non si fermava qua e coinvolgeva diverse altre persone tra cui Mauro Vianello, capo di un’azienda che si occupava di prevenzione incendi e servizi di sicurezza nel porto di Genova, Matteo Cozzani, allora capo di gabinetto di Toti e coordinatore regionale della campagna elettorale del 2020. Coinvolti ancheì i fratelli Italo Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, esponenti di Forza Italia nel bergamasco: per loro l’accusa è quella di corruzione elettorale. Avrebbero promesso posti di lavoro in cambio di voti per Toti al fine di agevolare l’attività di Cosa Nostra. L’arresto dell’esponente di centro-destra ha poi portato, il 26 luglio, alle sue dimissioni da presidente di Regione. Al suo posto è stato eletto l’ex sindaco di Genova Marco Bucci.
La sentenza – Giovanni Toti «ha asservito la funzione pubblica agli interessi privati barattando atti in cambio di soldi per il suo comitato determinando l’offesa ai beni giuridici tutelati, cioè al buon andamento e soprattutto all’imparzialità della pubblica amministrazione», ha dichiarato il giudice Matteo Buffoni alla ratifica del patteggiamento a 2 anni e 3 mesi. «A Giovanni Toti non è stata contestata la corruzione propria, ma quella per asservimento della funzione», ha specificato Nicola Piacente, procuratore capo di Genova, aggiungendo che per Spinelli e Signorini è rimasta la contestazione di corruzione propria. Se da un lato la vicenda si può dire conclusa, dall’altro ancora rimane aperta. Da chiarire ancora le responsabilità degli altri soggetti coinvolti.