«Mai sottovalutare chi sovrastima se stesso. Elon Musk è un caso particolare perché potrebbe sopravvalutarsi ma non è detto che abbia sempre torto». Con queste icastiche parole, il grande investitore americano Charlie Munger identificava i destini dell’imprenditore sudafricano a quelli dell’azienda che lo ha reso famoso e che più ha contribuito al suo successo imprenditoriale: Tesla. Fondata nel 2003 in California da Martin Eberhard e Marc Tarpenning, la società è nata con l’obiettivo di innovare un settore automobilistico ormai maturo, dominato da tecnologie e strutture produttive nate nella prima metà del Novecento. Tesla ha però assunto una dimensione globale solo con l’ingresso di Musk, al tempo noto come cofondatore di PayPal, che vi ha investito 6,5 milioni di dollari nel 2004, diventandone poi amministratore delegato e figura simbolo. Da allora l’azienda ha prodotto modelli di successo e tecnologie all’avanguardia, costruendo un primato tecnologico che si è riflesso nel successo finanziario.
I modelli – Il primo traguardo industriale è arrivato nel 2008 con il lancio della Tesla Roadster. Questo veicolo sportivo ha mostrato al grande pubblico che un’auto elettrica poteva offrire prestazioni di rilievo, con un’accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di quattro secondi e un’autonomia di circa 320 chilometri. Negli anni successivi, Tesla ha continuato a innovare, presentando nel 2012 la Model S, una berlina di lusso completamente elettrica che ha ridefinito gli standard del settore. Dotata di un’autonomia di 420 chilometri, l’auto è stata un successo commerciale con oltre 250.000 unità vendute entro il 2018 e ha vinto numerosi premi internazionali, incluso il titolo di Car of the Year assegnato dal canale tv Motor Trend. Seguono la Model X, il primo SUV elettrico di Tesla lanciato nel 2015, e la Model 3, introdotta nel 2017, che ha segnato un forte ampiamento della clientela grazie al prezzo di partenza di 35.000 dollari. La Model 3 è diventata il veicolo elettrico più venduto al mondo, con oltre 1,7 milioni di unità consegnate nel corso del 2024. Cifra record, raggiunta anche grazie al sapiente posizionamento del veicolo nella fascia di prezzo soggetta a incentivi pubblici, sia negli USA che nella maggioranza degli stati europei.
L’ecosistema – Tesla non si è limitata a produrre automobili. L’azienda ha investito pesantemente in infrastrutture per supportare l’adozione della mobilità elettrica, costruendo una rete globale di oltre 60.000 stazioni di ricarica rapida, i Supercharger, distribuite in più di 4.800 località. Ha anche favorito l’innovazione nel settore delle batterie, con lo sviluppo di celle agli ioni di litio più efficienti. Questa tecnologia è stata originariamente impiegata nella Gigafactory del Nevada, una fabbrica inaugurata nel 2016 e capace di produrre batterie per oltre 500.000 veicoli all’anno.
La società, che oggi ha sede in Texas, ha quindi mostrato che l’auto elettrica è ben più di un veicolo tradizionale sul quale è stato montato un motore elettrico. Essa è una piattaforma totalmente nuova, che necessita di una catena di approvvigionamento e smaltimento delle batterie e che integra sistemi di guida autonoma capaci di ottimizzare il consumo di energia e la sicurezza del viaggio. È in quest’ultimo settore che Tesla ha concentrato la sua ricerca più recente creando il sistema Autopilot. Introdotto inizialmente nel 2014 e costantemente aggiornato, l’apparato sta aprendo alla guida autonoma di massa. Grazie a una rete di sensori controllata dall’intelligenza artificiale, è infatti capace di monitorare costantemente le condizioni del traffico, riuscendo a far viaggiare l’auto in autonomia lungo un’autostrada e a parcheggiarla nel centro di una città. Nel 2024, oltre 4 milioni di veicoli Tesla sono stati dotati di funzionalità Autopilot.
In borsa – Insieme al successo tecnologico, Tesla ha sperimentato un’ascesa finanziaria unica nel panorama automotive. Un risultato dovuto al modello di business redditizio (anche se i margini sono calati rispetto a qualche anno fa, la casa texana guadagna circa 8000 dollari netti per ogni auto che vende, Toyota e Volkswagen rispettivamente 1500 e 1000 dollari), alla diffusa percezione di essere uno dei campioni dell’innovazione tecnica a tutto tondo, alla visibilità pubblica e intraprendenza del CEO Elon Musk. Le quotazioni finanziarie hanno rispecchiato questi primati e nel 2020 l’azienda è diventata il produttore automobilistico con la più alta capitalizzazione di borsa, superando i 206 miliardi di dollari e sorpassando giganti come Toyota e Ford. A gennaio 2023, Tesla ha raggiunto per la prima volta una valutazione di mercato di 1.000 miliardi. Dall’elezione di Donald Trump, la capitalizzazione è aumentata del 40% superando i 1.300 miliardi a inizio 2025, un valore 4 volte maggiore della somma di tutte le case automobilistiche europee e 32 volte superiore a quello del gruppo Stellantis. Dopo questa corsa, il titolo è arrivato ad avere un rapporto tra prezzo e utile netto superiore a 100 (una valutazione che indica la convenienza di un’azione, come il prezzo al chilo per la frutta). La media del mercato americano è 30 e da più parti si parla di bolla. Eppure la maggioranza degli analisti continua a puntare sulla salita dell’azione: «Mai sottovalutare chi sovrastima se stesso».