La gestione delle aziende e del personale – Tesla, SpaceX, The Boring Company (forse la meno nota tra le aziende fondate da Elon Musk, specializzata nella costruzione di tunnel e infrastrutture), Neuralink, OpenAI. Per Musk non c’è un settore che non sia colonizzabile. Ad accomunare tutte le sue aziende, l’ossessione per il progresso tecnologico e per l’efficienza, il resto sono effetti collaterali. Ridurre le spese. Aumentare la produttività. Essere sempre un passo avanti. Costi quel che costi. Questo il mantra del magnate sudafricano. Nell’aprile del 2024 Musk ha licenziato il 10% dei dipendenti di Tesla con un colpo netto. 13mila dipendenti si sono trovati dall’oggi al domani senza un’occupazione. Quando ha comprato Twitter, poi rinominato «X», Musk ha licenziato 6.500 dipendenti, con una media di 36 licenziamenti al giorno. «Go hardcore» è lo slogan del multimiliardario per massimizzare l’efficienza delle sue aziende. Pochi e “paranoici” dipendenti, disposti a investire tutto il loro tempo. Chi non serve, rimane a casa.
L’influenza sull’opinione pubblica e il ruolo dei social – Come un demiurgo di sé stesso, Musk costruisce e struttura il proprio pensiero attraverso il personaggio che ha creato: Musk. Con uno scollamento evidente tra azioni e dichiarazioni, lo strumento irrinunciabile per questa costruzione è il social media. L’acquisto di Twitter (ora X) nell’ottobre del 2022 segna l’inizio di una campagna di comunicazione sempre più mirata e capillare. Grazie a deep fake, gif, meme e condivisioni virali, il magnate è riuscito a parlare direttamente alla generazione Z americana e non solo. La sua gestione di Twitter ha sollevato interrogativi sulla libertà di espressione e sulla manipolazione delle informazioni, ha portato all’eliminazione dal social di numerosi personaggi di spicco, e ha acceso il dibattito sulla responsabilità dei proprietari delle piattaforme nella formazione dell’opinione pubblica. Come nelle recenti elezioni presidenziali statunitensi: nel mese precedente al voto, Musk ha postato su X oltre 100 messaggi al giorno. Con oltre duecento milioni di follower e un sostegno aperto a Donald Trump, il suo ruolo nel successo del repubblicano è stato decisivo, mostrando quanto i social possano influenzare l’esito politico.
Musknet: il rapporto con gli altri governi – La politica estera di Musk predilige interlocutori di destra quando non di estrema destra, individuabili tra accordi commerciali, endorsement e battaglie mediatiche. Ad esempio, l’imprenditore di Pretoria sostiene apertamente il governo Milei in Argentina, dove ha promesso investimenti da parte delle sue aziende. In Europa, coltiva rapporti prolifici con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, con cui secondo Bloomberg è pronto a stilare un contratto del valore di 1.5 miliardi di dollari. Con un editoriale pubblicato il 4 gennaio sul sito della rivista tedesca die Welt am Sonntag, Musk ha definito il partito di estrema destra Alternative für Deutschland l’unico in grado di «salvare la Germania», paese in piena campagna elettorale dopo la caduta del governo Scholz. Nel Regno Unito, Musk sta intrattenendo una vera e propria battaglia mediatica col governo laburista guidato da Keir Starmer. Frequentazioni e ingerenze sempre meno discrete, che hanno portato il presidente francese Emmanuel Macron ad accusare Musk di guidare “un’internazionale reazionaria”.
Il futuro (non per tutti): auto elettriche, viaggi spaziali ed eugenetica – Musk non si limita a ridefinire settori come l’automobile, i viaggi spaziali e le neuroscienze, ma propone una visione radicale del futuro umano. Con Tesla, promuove la transizione verso un mondo di auto elettriche, mentre con SpaceX starebbe puntando alla colonizzazione di Marte. Con Neuralink, il magnate cerca di espandere le capacità umane attraverso l’interfaccia cervello-computer, promettendo di curare malattie neurologiche e migliorare la cognizione. Tuttavia, questa tecnologia potrebbe accentuare le disuguaglianze sociali, creando un divario tra chi può permettersi di potenziare le proprie capacità e chi rimane “non potenziato”. Musk ha inoltre espresso preoccupazioni sulla crisi demografica globale considerandola una minaccia per la civiltà. Per contrastarla, promuove tecnologie riproduttive come la fecondazione in vitro, mirando a un aumento delle nascite. Queste idee non sono prive di un sottofondo eugenetico e, considerando il potenziale imprenditoriale di Musk, il miglioramento della “qualità” della popolazione tramite selezione genetica e interventi tecnologici potrebbe diventare una realtà, rischiando di minare i principi di uguaglianza e libertà individuale.