«Chi si prende il merito della tregua a Gaza, lei o Trump?». A Biden, che stava lasciando, forse per l’ultima volta, la sala stampa della Casa Bianca, la domanda è sembrata lunare: «E’ uno scherzo?», ha sibilato con un sorriso sghembo dei suoi, E se n’è andato. In effetti la questione è aperta: chi, tra i due inquilini della Casa Bianca, l’uscente e l’entrante, ha il merito della tregua? Lo stesso Benjamin Netanyahu ha ringraziato sia l’attuale amministrazione che la futura per il loro aiuto nel «portare avanti» l’accordo. Il cessate il fuoco in Medio oriente scatterà domenica 19 gennaio, un giorno prima dell’insediamento del neopresidente Trump e la concomitanza tra i due eventi non è sembrata casuale. Il tycoon ha accelerato in qualche modo gli accordi? Secondo Biden, è stato il lavoro diplomatico incessante degli ultimi mesi ad aver portato all’accordo tra le due parti in causa: «Il piano è stato sviluppato e negoziato dal mio team», ha detto il presidente uscente perché «la cornice dell’accordo è quella che ho presentato io a maggio». La speranza di Biden, che ha dato l’annuncio all’inizio del Farewell speech di fine mandato, è che il merito della tregua gli sia riconosciuto come parte della sua legacy, l’eredità politica dopo i quattro anni di presidenza.

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Il ruolo di Trump – Non è della stessa opinione Donald che nell’annuncio ha anticipato Biden di qualche ora: dopo la conferenza stampa del primo ministro qatariota, Mohammed bin Abdulrahman al-Thani, Trump ha parlato di «accordo epico» frutto della sua vittoria di novembre. Forse l’accelerazione verso la tregua si può trovare anche nelle parole del neopresidente durante la conferenza stampa del 6 gennaio. Se gli ostaggi non verranno liberati da Hamas prima del suo insediamento il 20 gennaio, aveva dichiarato Trump, si scatenerà «l’inferno in Medio Oriente» e «non sarà un bene per Hamas e per nessuno». Quel «nessuno» potrebbe aver spinto Netanyahu ad accettare l’accordo (che però non ha ancora formalizzato). Una pressione è stata esercitata anche dalla scelta di mandare in Qatar Steven Witkoff, l’inviato trumpiano che sabato ha incontrato il primo ministro israeliano e l’avrebbe convinto ad accettare l’accordo.
Il discorso di Biden – Nel Farewell speech di fine mandato, Biden non ha celebrato solo la tregua conquistata: ha rimarcato che, durante la sua presidenza, si sono creati milioni di posti di lavoro ed è stata approvata la più importante legge sul clima e sull’energia pulita, l’Inflatation Reduction Act. Il pacchetto economico da 740 miliardi è il più grande investimento nella storia americana per combattere il riscaldamento globale, i cui rischi sono da sempre svalutati da Donald Trump. Infatti, ha continuato Biden, negli Stati Uniti si sta delineando «una oligarchia» che «minaccia la democrazia, i diritti e le libertà» ed è preoccupante che la «concentrazione del potere sia nelle mani di ben poche persone eccezionalmente ricche». Un chiaro riferimento a Trump che da lunedì prossimo sarà il nuovo inquilino della Casa Bianca con Elon Musk come vicino di stanza.