Najem Osama Almasri sorride, nella foto scattata appena atterrato a Tripoli. Un aereo di Stato lo ha riportato in Libia da Roma. Il suo arresto in Italia è durato giusto un paio di giorni, abbastanza per scatenare l’ira dell’opposizione e della Corte Penale Internazionale dell’Aia. Una storia di cavilli burocratici e scelte politiche su cui il governo farà chiarezza nei prossimi giorni.
Chi è Almasri? – Capo della polizia giudiziaria libica e direttore del carcere di Mitiga (vicino Tripoli), Almasri appartiene al gruppo militare islamista Rada. Dallo scorso ottobre il procuratore della Corte dell’Aia ha fatto richiesta per l’emissione di un mandato di cattura contro di lui per crimini contro l’umanità e crimini di guerra. La pena prevista è l’ergastolo. Almasri è accusato, da più testimoni, di omicidi e torture commessi all’interno della prigione da lui gestita e di essere a capo di un traffico illegale di migranti verso l’Europa.
L’arresto (e il rilascio) – Sabato 18 gennaio, Almasri si trova in Germania. Lo stesso giorno viene finalmente emesso il mandato di cattura, richiesto da mesi. L’uomo va in un’autonoleggio, prende una macchina e chiede di restituirla all’aeroporto di Fiumicino, a Roma. Si scopre una prenotazione in un albergo di Torino, dove nella mattina di domenica 19 gennaio la Digos si presenta e procede all’arresto. Almasri era in città perché la sera prima aveva assistito alla partita tra Juventus e Milan. Due giorni dopo, il 21 gennaio, la Corte d’Appello di Roma ordina il rilascio del ricercato. Un volo di Stato lo riporta in Libia insieme a tre connazionali che lo accompagnavano. Un paradosso burocratico: la polizia non avrebbe potuto arrestare Almasri senza l’autorizzazione del ministro della giustizia Carlo Nordio, che però non era stato avvisato in tempo. Rilevato il problema, il procuratore generale della Corte ha così rimandato la questione a Nordio, senza ricevere alcuna risposta. In assenza di una presa di posizione, l’unica scelta possibile era il rilascio.
Le reazioni – Mercoledì 22 gennaio arriva la risposta ufficiale della Corte Penale Internazionale, che accusa: «È stato rilasciato senza preavviso o consultazione». Dall’Aia ora chiedono ufficialmente spiegazioni all’Italia, il primo passo di una procedura che potrebbe portare anche a una segnalazione al consiglio di sicurezza dell’Onu per violazione dello statuto. Per il governo, accusato di una scelta politica nell’ottica degli accordi sull’immigrazione con la Libia, risponde il senatore di Fratelli d’Italia Sergio Rastrelli, non convinto dalle tempistiche delle richieste d’arresto: «Perché, nonostante la Cpi segua il caso da mesi, il mandato è uscito solo tre giorni fa e dopo che Almasri era entrato in Italia dalla Germania?».
Nella giornata di giovedì 23 gennaio il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi riferirà in Parlamento in merito alla questione, ma dall’opposizione chiedono a gran voce l’intervento della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Numerosi gli attacchi giunti, tra cui quello del leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte: «Il governo offre protezione e aerei di Stato ai criminali internazionali. Nordio e Meloni riferiscano».