Ragazzi affollano l’androne del Museo Poldi Pezzoli a Milano anche dopo l’orario di chiusura. A organizzare la serata al museo è il gruppo “I giovani del Poldi Pezzoli”. A accomunarli non una tessera ma solamente l’amore per uno dei musei più importanti della città: la casa museo che fu dell’aristocratico milanese, Gian Giacomo Poldi Pezzoli.

La galleria, per l’occasione, rimane aperta tutta la sera e le sale si affollano di giovani. A raccontare la storia dei capolavori del Sandro Botticelli, Lorenzo Lotto e Piero della Francesca sono i ragazzi del gruppo. Armature e alabarde raccolte al primo piano vengono spiegate da uno studente di giurisprudenza, mentre al piano superiore lo studiolo abbellito da statue realizzate dallo scultore Lorenzo Bartolini, per questa sera, affascina solo ventenni. Le giovani guide hanno il fare spigliato degli esperti anche se «solo alcuni sono studenti di storia dell’arte, altri invece fanno questo solo per passione» sottolinea Sofia Kaufmann una dei membri più “anziani” del gruppo giovanile. La socialità viene ispirata dalla figura di profilo della Dama di Piero del Pollaiolo: protagonista assoluta del museo negli ultimi mesi, dopo l’avvenuto restauro. L’opera quattrocentesca del pittore fiorentino è avvolta in una teca e installata su un cavalletto di legno che ha permesso ai restauratori di riportare alla luce i colori vividi della nobildonna. Finito il tour inizia l’aperitivo, pretesto perfetto per poter stare insieme in un contesto diverso. «Solo il nostro museo a Milano ha un gruppo di giovani che organizzano eventi legati alla struttura. L’aperitivo è diventato una grande vetrina per noi, ne abbiamo organizzato uno all’apertura della mostra sul restauro dell’opera del Pollaiolo e uno a chiusura» così Stefania Rossi, responsabile della promozione del Museo e vera ideatrice del gruppo.

La comunità ha una storia che viene dal basso. Nel 2017, dopo un tirocinio presso la struttura, tre ragazze ispirate da Stefania Rossi hanno deciso di iniziare a gettare le basi del gruppo che ora raccoglie una ventina di ragazzi e molti altri che danno una mano. «Sono tutti volontari e non chiediamo una quota associativa. Sono tante le iniziative che proponiamo, festival, serate under 40. L’aperitivo al museo è però diventato un nostro marchio di fabbrica e non vediamo l’ora di fare il prossimo verso la fine di febbraio. In molti sono venuti qualche mese fa e sono tornati, cerchiamo di portare la socialità dei ragazzi in un contesto diverso, culturale» così Sofia Kufmann una delle prime partecipanti all’iniziativa.