Tre persone sono state iscritte nel registro degli indagati per il crollo nel cantiere Esselunga a Firenze del 16 febbraio 2024 che aveva causato la morte di cinque operai. Gli indagati sono l’ingegnere Marco Passaleva, direttore dei lavori strutturali, l’ingegnere Carlo Melchiorre, responsabile dell’ufficio calcoli di Rdf Italprefabbricati – azienda che ha realizzato la trave crollata – e l’amministratore della stessa Rdf Alfonso D’Eugenio. Procedimento ascritto anche a carico dell’azienda, le cui sedi sono ora sotto sequestro.
Per tutti sono ipotizzati i reati di omicidio colposo e lesioni colpose. Per Melchiorre anche l’ipotesi di crollo o altro reato in concorso. In una nota della Procura si legge che «il crollo è ascrivibile a un errore di progettazione che ha interessato in modo particolare la trave TL309-2P relativa al secondo impalcato dell’edificio in costruzione». Il quantitativo di ferro inserito nella trave non era in grado di sostenere i carichi.
Passaleva, 70 anni, fiorentino, è un ingegnere molto noto nel capoluogo toscano. Amministratore e responsabile tecnico della Passaleva Associati Srl ha seguito, tra gli altri, i lavori per l’aeroporto Vespucci di Firenze e per l’Esselunga in via Salutati a Pistoia. D’Eugenio, imprenditore, nel 2015 con Italprefabbricati aveva acquisito la Rdf. Negli scorsi anni il suo nome era emerso nel caso di un altro crollo, quello del tetto di un capannone prefabbricato a Sant’Omero (Teramo). Al tempo il processo era finito con un’oblazione da 5 mila euro e con la riqualificazione del reato da crollo di costruzioni a quello contravvezionale di rovina di edifici. L’oblazione infatti è un pagamento che estingue un reato ma limitato alle sole contravvenzioni.
Il collasso provocò la morte di Luigi Coclite, autotrasportatore 60enne, e degli operai Taoufik Haidar, 43 anni, Mohamed El Ferhane, 24 anni, Bouzekri Rahimi, 56 anni, e Mohamed Toukabri, 54 anni.