«Ho difficoltà nel respiro». Papa Francesco è stato costretto a interrompere la lettura dell’omelia alla messa in Piazza San Pietro per il Giubileo delle forze armate, di polizia e di sicurezza domenica 9 febbraio. «Mi scuso e chiedo al maestro di continuare», ha detto. A quel punto ha preso la parola monsignor Diego Ravelli, maestro delle celebrazioni liturgiche pontificie, che ha continuato l’omelia. Il Papa, pochi giorni prima, lo scorso 5 febbraio, aveva rinunciato alla lettura della catechesi dell’udienza generale a causa di una bronchite. In quell’occasione, disse che «era per lui molto difficile parlare per via di un forte raffreddore».

L’omelia – Ad assistere alla messa del Papa erano presenti, tra gli altri, anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il capo della Polizia Vittorio Pisani, il capo di Stato maggiore della Difesa Luciano Portolano e il capo dei Vigili del fuoco Eros Mannino. Papa Francesco, prima di interrompersi, aveva rivolto parole speciali alle forze dell’ordine: «Il vostro essere presenti nelle nostre città e nei quartieri, il vostro stare sempre dalla parte della legalità e dalla parte dei più deboli, diventa per tutti noi un insegnamento. Cioè che il bene può vincere nonostante tutto, che la giustizia, la lealtà e la passione civile sono ancora oggi valori necessari, che è possibile creare un mondo più umano, più giusto e più fraterno. Questo nonostante le forze contrarie del male».

L’Angelus – Bergoglio, infine, durante l’Angelus, più breve rispetto al solito a causa appunto delle sue condizioni fisiche non ottimali, ha invocato ancora una volta uno stop di tutti i conflitti globali: «Preghiamo per la pace, nella martoriata Ucraina, in Palestina, Israele, Myanmar, in tutto il Medio Oriente, nel Kivu e in Sudan. Tacciano ovunque le armi e si ascolti il grido dei popoli, che chiedono pace». Il messaggio si è poi concluso con l’affidamento alla Vergine Maria, Regina della Pace, e con la benedizione apostolica.