«Non riattacchi, vado in bagno e torno», una 90enne fiorentina è riuscita così a difendersi da una truffa telefonica e a contrattaccare. Mentre il truffatore era in attesa, ha chiamato la polizia e organizzato il resto della messinscena, preparando una borsa da consegnare al truffatore per la finta cauzione.

La truffa dell’incidente – Il tipo di truffa tentata nei confronti della donna non è nuovo e non è nemmeno un caso isolato, ci sono stati anzi diversi esempi negli ultimi mesi. La struttura è questa: il truffatore chiama un anziano e lo convince che i figli o i nipoti sono stati coinvolti in un incidente stradale, di cui sarebbero responsabili. «Signora, buongiorno, sono un maresciallo dei carabinieri, suo figlio ha fatto un incidente, ha investito due persone sulle strisce e sono in ospedale. Per rilasciarlo bisogna pagare. Ha dei soldi in casa?», questo il copione seguito anche nel caso di Firenze. La 90enne, sentendo queste parole, ha subito capito di essere vittima di un raggiro. Anche perché due anni prima le era accaduto qualcosa di simile. Anche quella volta aveva contattato la polizia e, grazie a lei, era stato arrestato un truffatore, poi condannato a due anni e otto mesi.

Atto secondo – «Questa volta ho iniziato a recitare, ho finto disperazione. Mi hanno anche passato al telefono una persona che si è spacciata per mio figlio e mi pregava di consegnare tutto quello che avevo perché altrimenti non l’avrebbero rilasciato», ha raccontato la donna agli agenti. La novantenne è riuscita a mantenere la calma e a ideare un piano per far arrestare il truffatore: rispondendogli al telefono, ha detto che in casa aveva collane d’oro, braccialetti, un orologio Rolex e un solitario di grande valore. Ingolosito dalle prospettive di guadagno, il finto carabiniere ha risposto: «Perfetto, sono sufficienti. Adesso arriva l’avvocato Francesco Russo a prendere i gioielli, metta tutto in una borsa e la porti giù». Mentre il truffatore stava continuando a dare indicazioni all’anziana, questa ha finto di sentirsi male, e chiedendo di non riattaccare, si è allontanata per avere il tempo di chiamare la polizia: nello specifico lo stesso poliziotto che l’aveva assistita in occasione della prima truffa. Mentre gli agenti erano in viaggio verso casa sua, la donna ha preparato una borsa carica di giornali da consegnare ai truffatori per simulare il peso dei gioielli richiesti per il riscatto. La signora ha consegnato la borsa al finto avvocato venuto per prendere la cauzione e ha avuto il tempo di risalire e affacciarsi al balcone per vedere gli agenti di polizia che lo arrestavano in strada. Il secondo truffatore, il finto carabiniere responsabile delle telefonate, ha probabilmente visto la scena da lontano e ha richiamato la novantenne, chiedendole se fosse contenta di quello che aveva fatto. Domanda a cui la donna ha risposto: «Non sono contenta per niente, queste cose non devono accadere».

Casi simili – Le truffe telefoniche, in particolare quella del finto incidente, sono ancora molto gettonate. Il 19 febbraio, per esempio, i carabinieri di Offida (in provincia di Ascoli Piceno) hanno fermato due truffatori venuti dalla Campania che si stavano appostando in macchina nel centro storico del paese e stavano aspettando che una signora ottantatreenne consegnasse loro il denaro richiesto per il presunto rilascio del figlio coinvolto in un incidente. Il maggiore dei carabinieri Sergio Vaira, comandante della compagnia Napoli Vomero, ha parlato di una «scuola napoletana, anzi, università» specializzata in questo tipo di truffe. «Le segnalazioni arrivano da tutta Italia. I truffatori sanno suonare le giuste corde con uno storytelling che funziona, ma le campagne di informazione stanno avendo effetto e le denunce sono in aumento», ha dichiarato al Corriere della Sera.