«64 is going down». In questo caso, però, non è l’elicottero del film Black Hawk down ad andare giù, ma il valore delle azioni di Tesla, che dal 20 gennaio scorso hanno iniziato una picchiata senza precedenti. Ieri – 26 febbraio – alla chiusura di Wall Street, la società con sede ad Austin – spostata dalla Silicon Valley nel 2024 – ha registrato un -8% andando sotto i mille miliardi di dollari di capitalizzazione per la prima volta. Dopo aver toccato il tetto dei 500 dollari ad azione il 17 dicembre scorso, ha visto iniziare un trend negativo dopo l’insediamento di Donald Trump come nuovo presidente degli Stati Uniti. E dopo la nomina di Elon Musk, Ceo di Tesla, a capo del Dipartimento per l’efficenza governativa (DOGE), una sorta di grande ufficio per le risorse umane che ha il compito di eliminare 2000 miliardi di dollari di sprechi e che ha già tagliato parecchie teste, licenziando quasi 20 mila impiegati federali. Il titolo, quotato al Nasdaq, in poco meno di un mese ha bruciato circa 400 miliardi, perdendo il 35% del suo valore.

Secondo Bloomberg la stretta vicinanza tra Elon Musk e il numero uno della Casa Bianca sarebbe una delle cause che avrebbe portato alla netta diminuzione delle vendite delle Model, tanto negli States quanto in Europa. In California questa tendenza era già in realtà iniziata: nello Stato che rappresenta il principale mercato Usa per le auto Tesla, la contrazione delle vendite ha raggiunto la doppia cifra – meno 11,6% – nel 2024 ma i problemi in realtà si estendono a tutto il mondo. In Germania, dopo l’endorsement ad Alice Weidel – leader del partito neonazista Alternative fur Deutschland – in vista delle elezioni anticipate del 2025, la big tech ha visto una diminuzione delle vendite record, pari al 60%. Sebbene il mercato tedesco dell’elettrico sia in forte aumento: +54% di immatricolazioni di nuove auto green. Si sta peggio in Francia dove la casa automobilistica ha registrato un -63%. Mentre in Gran Bretagna il calo è pari al -12%, Paese in cui per la prima volta Tesla ha immatricolato meno auto del suo principale competitor: Byd. La casa cinese ha tra l’altro chiuso il 2024 con più di 4 milioni di veicoli consegnati. La medaglia d’oro per il crollo delle vendita di Tesla va però al mercato spagnolo, dove si è passati dalle 1094 vendite del gennaio 2024 alle 269 del gennaio 2025, con una calo complessivo pari al 75%.

Questo dato negativo è ancora più rilevante dato che in Europa le vendite di auto elettriche sono in continuo aumento: hanno registrato un +34% rispetto a gennaio 2024 e oggi le eCar rappresentano il 15% del mercato automobilistico. In questo contesto a emergere è proprio Byd, che nel 2024 ha venduto 150mila unità nel Vecchio Continente, pari ad un +15% rispetto al 2023. Vero è che ai cittadini Ue piacciono sempre di più le ibride, con motore misto benzina ed elettrico, settore che ha visto un aumento delle immatricolazioni di quasi il 20%, mentre pare che le classiche diesel e benzina siano sempre meno attraenti (-20%).

Le ostilità contro il tycoon, oltre alla diminuzione delle vendite delle auto, hanno portato alla nascita del movimento “No Musk“, un gruppo di protesta che sta colpendo e vandalizzando le quattro ruote marchiate Tesla. In tutta Europea e anche in Italia. A Roma e Milano, i proprietari delle auto della società di Musk si sono trovati portiere rigate, vetri infranti e carrozzerie danneggiate: nella capitale è apparsa la scritta Fck Elon su una macchina parcheggiata a Trastevere. Ma non solo, chi protesta ha colpito anche gli showroom. L’ultimo caso ha visto 20 attivisti del centro sociale Lambretta entrare nello store di piazza Gae Aulenti a Milano, dove hanno fatto irruzione imbrattando le vetrine e appendendo manifesti e volantini contro Trump e Musk. Oltreoceano troviamo le stesse manifestazioni, dove non mancano volantini e gadget anti Musk. Non sono pochi gli episodi in cui le carrozzerie sono state coperte da adesivi con scritto: Musk thrives, democracy dies, tradotto: Musk prospera, la democrazia muore o Anti Elon Tesla Club. E proprio ieri – 26 febbraio – a Palo Alto, città in cui la big tech aveva il suo quartier generale fino al 2024, è stata organizzata una manifestazione last minute contro l’azienda. Una situazione di tensione che agli investitori non piace e la continua discesa del titolo né è la dimostrazione.

Nei pensieri dell’imprenditore sudafricano potrebbe esserci anche la paura di perdere il suo patrimonio – stimato dal Bloomberg Billionaires Index in 446 miliardi a dicembre 2024 – che ad oggi si è ridotto a “soli” 349, il che significa che ha perso 137 miliardi in circa due mesi. Intanto su Amazon non si fermano le vendite dei gadget anti Musk e anti Trump.