Pordenone sarà la Capitale italiana della Cultura 2027. Lo ha annunciato il ministro della Cultura Alessandro Giuli, durante la cerimonia avvenuta a Roma, nella sala Spadolini del Ministero che presiede. Alla città friulana di 52 mila abitanti verrà assegnato un milione di euro per attuare il programma di iniziative culturali predisposto. «Siamo pronti a sorprendere l’Italia. Finalmente non saremo più conosciuti soltanto per essere la città delle caserme, dove decine di migliaia di persone di una certa epoca avevano svolto il servizio di leva obbligatorio», ha dichiarato il vicesindaco reggente di Pordenone Alberto Parigi.
Le finaliste – Il progetto “Pordenone. Città che sorprende” è stato votato all’unanimità dalla giuria di sette esperti presieduta dal giornalista Davide Maria Desario. Secondo il ministro Giuli, parliamo di «una città che combina la mite e silenziosa operosità del Nordest con una densità culturale e una capacità di progetto fuori dal comune». Le altre nove città che si sono contese la vittoria finale erano: Alberobello (Puglia), Aliano (Basilicata), Brindisi (Puglia), Gallipoli (Puglia), La Spezia (Liguria), Pompei (Campania), Reggio Calabria (Calabria), Sant’Andrea di Conza (Campania) e Savona (Liguria).
Le polemiche – Non tutti hanno accolto positivamente la decisione della giuria. Il sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio è stato tra i primi ad esprimere la sua amarezza per la mancata assegnazione: «Siamo delusi, ma ci consideriamo i vincitori morali. Abbiamo a disposizione un budget, già pianificato, di oltre 4 milioni di euro per la gestione degli eventi del 2027 e per tutte le attività preliminari previste da novembre del prossimo anno». Forti critiche sono arrivate poi dal sindaco di Benevento Clemente Mastella: «Con tutto il rispetto, ma siamo sbalorditi. In questo caso è forte il sospetto che la scelta sia stata dettata da esigenze di equilibrio politico, ma una decisione del genere non può diventare uno strumento dal sapore elettoralistico». Mastella ha sottolineato come Pordenone sia un comune vicino all’appuntamento elettorale: «Si premia una città che va al voto quest’anno e il Nord-Est dove Lega e Fratelli d’Italia fanno a gara per appuntarsi medaglie al petto».
I precedenti – L’iniziativa di assegnare annualmente il titolo della Capitale italiana della cultura è partita nel 2014, su impulso dell’allora ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini. L’obiettivo? Valorizzare e promuovere il patrimonio artistico e culturale dei comuni italiani. Il riconoscimento è stato fin qui attribuito a 15 città. Per la prima edizione del 2015, sono state Cagliari, Lecce, Perugia, Ravenna e Siena a condividere il titolo. Per il 2016 fu selezionata Mantova, Pistoia per il 2017, Palermo per il 2018 e Parma per il 2020, con il riconoscimento esteso anche al 2021 a seguito dell’emergenza sanitaria. Il titolo è stato conferito poi a Procida per il 2022, congiuntamente a Bergamo e Brescia per il 2023 e a Pesaro per il 2024.
Le edizioni ’25 e ’26 – Riguardo alle ultime assegnazioni, a marzo 2023 era stata Agrigento ad essere selezionata per l’anno in corso, con il progetto “Il sé, l’altro e la natura. Relazioni e trasformazioni culturali”. Anche in seguito a questa decisione, non sono mancate le polemiche. Riferite, ad esempio, agli errori grammaticali presenti sui cartelli stradali installati per dare visibilità al patrimonio culturale della città. A L’Aquila è stato invece conferito il titolo per il 2026, vincendo con il piano culturale chiamato “L’Aquila Città Multiverso”. Nella cerimonia di proclamazione sia di Agrigento sia de L’Aquila, era stato l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ad annunciare la città vincitrice.