Tassare gli ultra-ricchi dell’Unione europea per rimpinguare le casse degli Stati membri. Martedì 18 marzo, durante l’annuale Tax Symposium a Bruxelles, Gabriel Zucman – economista francese dell’Università di Berkeley e direttore del think tank Eu tax observatory – ricorderà agli eurodeputati i possibili vantaggi di un’imposta su chi ha più di 100 milioni, da lui proposta e già discussa al G20 di Rio de Janeiro di novembre 2024. Lo studio è firmato, oltre che da Zucman, da Quentin Parrinello e Giulia Varaschin, economisti dell’osservatorio. Alla discussione parteciperanno, oltre agli eurodeputati, anche il commissario europeo per il clima e il fisco Wopke Hoekstra, il segretario generale dell’Ocse Mathias Cormann, il direttore Affari fiscali del Fmi Vitor Gaspar e la co-presidente del comitato Onu sulla cooperazione fiscale internazionale Liselott Kane.
Gli effetti – Lo studio si è concentrato su tre proposte: l’introduzione di un’imposta minima globale pari al 2% del patrimonio dei miliardari; una riforma dell’accordo internazionale sulla tassazione delle multinazionali, con l’applicazione di un’aliquota del 25%, e la tassazione dei patrimoni mobili con l’istituzione di meccanismi per tassare le persone ad alto patrimonio che trasferiscono la loro residenza in Paesi a bassa tassazione. Secondo l’economista e altri teorici, adottare la tassazione in tutto il Vecchio continente, consentirebbe di fermare la regressione dei sistemi fiscali europei e porterebbe nuova salute ai bilanci pubblici. Oggi, come evidenziano gli studi di Zucman, l’aliquota sulla ricchezza dei miliardari è pari allo 0,2%. Attuare un’imposta del 2% sui super ricchi in Italia, per esempio, porterebbe nelle casse dello Stato più di 8 miliardi. Se invece fosse al 3%, i Paesi membri incasserebbero 120,8 miliardi in più: quasi 35 la Francia, 30,4 la Germania e 15 l’Italia. I governi europei sembrano però restii a introdurre aliquote progressive sui grandi patrimoni e i più ricchi continuano a versare, in proporzione al reddito, imposte e contributi inferiori ai cittadini con redditi più modesti. In Italia il 5% degli italiani più ricchi gode di un’aliquota fiscale via via decrescente.
Industrializzazione e difesa – Interrompere lo smantellamento del sistema sanitario pubblico, investire in misure di tutela e interventi per l’emergenza climatica, soddisfare le esigenze di investimento nella difesa e finanziare la reindustrializzazione. Sfida che diventerà ancora più complicata se, come ha proposto Ursula von der Leyen, si procederà con l’aumento delle spese per la difesa in risposta al disimpegno statunitense. Per sostenere tutto questo, secondo il think tank, servirebbero 250 miliardi. Che si potrebbero recuperare proprio introducendo un’imposta sui grandi patrimoni.
I cittadini – «Le tasse sugli individui ad alto patrimonio netto possono facilmente ottenere il sostegno dei contribuenti europei», hanno sostenuto gli autori dello studio. In Italia, a esempio, più del 97% dei cittadini che ha partecipato al sondaggio La Grande Ricchezza del Fatto Quotidiano con Oxfam, è favorevole a introdurre un’imposta sui grandi patrimoni. Anche un’indagine Eurobarometer ha dimostrato che il 67% della popolazione europea è a favore. Oxfam ha lanciato in Italia una raccolta firme per l’istituzione di un’imposta europea sui grandi patrimoni, in media partnership con Fatto Quotidiano e Radio Popolare. Si può firmare qui.