Domenica 16 marzo nella notte c’è stata una rissa tra gang a San Benedetto del Tronto: Amir Bencaurbouh, 24enne tunisino di seconda generazione, è stato colpito all’addome con un machete e ucciso. Era nato in Italia e risiedeva a Giulianova, in provincia di Teramo. Lo scontro è avvenuto davanti a un locale del lungomare della città. Quattro persone sono rimaste ferite. Tre gli arresti, tra cui due amici della vittima, uno italiano e uno romeno, entrambi di Giulianova. Insieme a loro, anche un altro ragazzo di Grottammare. Secondo quanto ha riportato Il Giorno, la Procura di Ascoli Piceno ha contestato a tutti il reato di rissa aggravata, formulando anche accuse di omicidio, tentato omicidio e lesioni. La polizia scientifica ha sequestrato una Fiat Panda, in cui sono stati trovati un machete e un sacchetto con della cocaina.

I fatti – Tutto è cominciato all’alba, intorno alle 5, quando i due gruppi si sono incontrati all’interno di una discotec,a da cui gli addetti alla sicurezza li hanno cacciati. Una volta fuori, è iniziata la disputa e sono spuntati coltelli e macheti. Bencaurbouh è stato colpito da un fendente mortale che ha fatto collassare il polmone, mentre un ragazzo che era con lui è stato ferito gravemente. I soccorritori del 118 hanno trasportato all’ospedale altri due ragazzi di cui uno, 23 anni, con lesioni alla testa e al volto. Un altro ancora, forse pensando di aver riportato solo lievi traumi, si è trascinato fino alla sua abitazione di Grottammare. Poi, però, è stato trasportato in codice rosso all’ospedale di Torrette, ad Ancona, con una grave emorragia. A seguire le indagini, insieme ai carabinieri della stazione locale e del comando provinciale (guidati rispettivamente dal capitano Francesco Tessitore e dal colonnello Domenico Barone), anche il procuratore della Repubblica Umberto Monti.

Le parole del sindaco – Antonio Spazzafumo, sindaco di San Benedetto del Tronto, ha commentato la vicenda: «Credo che si sia arrivati a un punto di non ritorno nel tortuoso percorso volto a rafforzare la presenza tangibile e diffusa di personale delle forze dell’ordine. Lo chiediamo da anni, lo chiedono da anni i sindacati delle forze di polizia, è ora di avere risposte concrete e immediate». Poi ha aggiunto: «Esprimo la mia vicinanza alla famiglia della vittima per un dolore indicibile. Bisogna agire nel profondo di un malessere sociale di cui evidentemente le istituzioni non hanno ben compreso la portata».