Fiamme ovunque, questo è lo scenario che da venerdi 21 marzo si può osservare in vaste aree della Corea del Sud, dove le province centrali e meridionali del paese sono colpite da incendi ormai da una settimana. Le fiamme sono divampate per la prima volta nella provincia di Sancheong a causa di una scintilla provocata da un tosaerba, per poi propagarsi a causa di venti forti e clima molto secco. La concomitanza con un altro errore umano – questa volta nella tradizionale provincia di Uiseong – ha portato allo stato di emergenza. Durante una visita a un cimitero, una persona ha appiccato per sbaglio un secondo incendio che, per le stesse motivazioni di quanto accaduto nel Sancheong, si è propagato velocemente.

Evacuazione immediata – Sono almeno 26 le persone decedute fino a questo momento, quattro delle quali appartenenti al corpo dei vigili del fuoco che si sta occupando di domare le fiamme. I pompieri coinvolti hanno perso la vita durante un’operazione nel Sancheong. Tra le vittime anche un pilota di elicottero che ha avuto un incidente mentre stava prestando soccorso. Gli incendi, i più grandi nella storia del paese, hanno obbligato il governo a emanare lo stato di emergenza e a evacuare più di 27mila persone dalle province coinvolte. Oltre alle già citate Uiseong e Sancheong infatti, anche le regioni di Ulju e Hadong sono state colpite dal propagarsi delle fiamme.

Mappa delle aree colpite dagli Incendi in Corea del Sud, in specifico le regioni centrali e meridionali del Sancheong, Uiseong, Ulju e Hadong.

Medioevo a fuoco – Sono più di 310 i chilometri quadrati distrutti dagli incendi, nei quali hanno dimora templi sacri al buddhismo e siti patrimonio dell’Unesco come il villaggio pre moderno di Hahoé, situato presso la città di Andong nel Gyeongsang settentrionale. Tra i siti più colpiti il tempio buddhista di Gounsa, costruito nel 681 d.C. e depositario di moltissimi oggetti preziosi, statue antiche e opere d’arte. Tra essi una enorme stata di Buddha in pietra è stata spostata, mentre altre opere e oggetti sono stati avvolti in tessuti ignifughi per contenere i danni. Alcuni giorni fa gli incendi avevano distrutto un altro tempio, quello di Unramsa, sempre vicino a Uiseong.

Legno in fiamme – Molti degli edifici dei templi tradizionali sono in legno o da altri materiali infiammabili (ad esempio paglia) e quindi ad alto rischio di scomparsa. I pompieri stanno usando tessuto ignifugo per proteggerli, e spruzzano acqua sui tetti per renderli il più resistenti possibile alle fiamme. Altri siti patrimonio Unesco minacciati sono l’accademia confuciana Byeongsanseowon e il tempio Bongjeongsa; quest’ultimo ospita gli edifici in legno più antichi di tutta la Corea del Sud. L’incendio è considerato il più grande della storia della Corea del Sud e si iscrive nel trend di aumento degli incendi boschivi che da dieci anni si verifica nel paese. Le cause, oltre agli errori umani, la diffusione di un clima secco e dai forti venti tipici delle regioni sud orientali della penisola.