Borselli virtuali in criptovalute, computer pieni di file illegali, siti nel dark web – la parte chiusa e nascosta di internet usata a scopi illegali dove consultare foto e video pedopornografici. È questo il bilancio Italiano dell’operazione Stream portata avanti in varie regioni dalla Polizia di Stato del Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online. Un’indagine internazionale coordinata dall’Europol, cui hanno partecipato oltre 35 paesi e che ha portato a individuare circa 1400 sospettati coinvolti nella creazione e distribuzione di pedopornografia. In italia gli indagati sono 15, con quattro arresti tra Foggia, Biella, Caserta e Urbino.

I server illegali – La rete di pedofili sfruttava un server basato fisicamente nei Paesi Bassi per archiviare oltre 72mila video, al momento della chiusura, che erano consultabili dai portali «Wikipedo» e «Kidflix» creati nel dark web. Due piattaforme per scegliere e vedere a pagamento i contenuti pedopornografici, con anche video in diretta e un vero e proprio catalogo. I pagamenti erano richiesti in criptovaluta e dalle indagini la stima è di oltre 91mila contenuti caricati dall’apertura nel 2021. «L’evoluzione digitale ha facilitato la diffusione di questi crimini – sottolinea la Polizia di Stato – creando piattaforme senza confini per il contatto con le vittime, la produzione e la condivisione di materiale pedopornografico».