«Il nuovo stadio? Dopo un lungo gioco dell’oca, si è tornati al punto di partenza». Così Paolo Scaroni, presidente del Milan, ha commentato il progetto di San Siro. Prima l’idea di un nuovo impianto, poi la volontà di costruirne due distinti, infine la proposta di abbattere il Meazza. Ora, secondo Scaroni, intervenuto durante l’evento del Foglio sportivo proprio nello stadio milanese, si è tornati all’idea iniziale: costruire una nuova struttura a fianco di quella storica. «L’alternativa di ristrutturare la Scala del calcio è irrealizzabile: dove si potrebbero ospitare i 70mila tifosi che siedono ogni weekend sugli spalti se c’è in corso una ristrutturazione?», ha spiegato il presidente rossonero rispondendo al moderatore dell’evento Umberto Zapelloni. A detta sua sarebbe difficoltoso e irragionevole per problemi di numeri: «Avessimo avuto vicino a San Siro un altro stadio avremmo confluito lì i tifosi, anche in modo ridotto, ma senza non è possibile».

A due passi dal campo che ospita Inter e Milan da quasi cento anni, personalità istituzionali e sportive hanno dato la loro visione sul destino di San Siro. Tra i vari interventi, il presidente FIGC Gabriele Gravina e il presidente della Lega Serie A Ezio Simonelli hanno dialogato sull’importanza degli impianti sportivi in Italia: più sono moderni, più i tifosi sono predisposti a usufruirne. «Ci vuole un commissario per gli stadi?», ha chiesto Zapelloni ai presidenti. «Le valutazioni imprenditoriali devono essere sviluppate perché gli stadi sono immagine del rafforzamento del patrimonio. E dato che la burocrazia scoraggia gli investimenti, ci vuole una persona che assuma questo ruolo. Sarà di nomina governativa dato che anche il ministro Andrea Abodi ne ha riconosciuto la necessità».

Non solo San Siro per Milano. Martedì 9 aprile la città ha ospitato la finale primavera di Coppa Italia. «Possiamo affermare che anche nei prossimi anni si disputerà a Milano, nell’Arena civica “Gianni Brera” a cui va dato lo spazio che merita», ha annunciato Simonelli, «Magari nel weekend per attrarre ancora più tifosi, che già martedì pomeriggio si sono mostrati interessati e divertiti».

Il futuro dello stadio è stato anche il centro del progetto presentato da Davide Bruno e Francesco Stocchi, rispettivamente socio fondatore ION e direttore del Superstudio MAXXI. A disruptive vision and masterplan San Siro Park and stadium è l’idea che promuove una visione ecosostenibile e futuristica del nuovo impianto. San Siro si trasformerebbe in una forma ipogea, nascosto da un parco di quasi 30 ettari «da restituire alla città di Milano», come precisato da Davide Bruno. Ad ascoltare in prima fila anche il presidente dell’Inter Giuseppe Marotta che ha sorriso durante la presentazione del rendering. Per Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, presente anche lui all’evento, «è troppo presto definire il futuro di San Siro ma il progetto avanzato dal comune è accattivante. Noi saremo al fianco del sindaco Sala e della giunta qualora dovessero presentarsi difficoltà».

Prima dei progetti però, San Siro si prepara per il 2026. Dallo stadio prenderanno il via le Olimpiadi invernali Milano-Cortina che tra meno di un anno coinvolgeranno l’intera città. Marco Balich, direttore artistico della cerimonia d’apertura, è abituato a eventi di questo tipo ma per questa edizione la sfida non sarà solo ambiziosa ma anche una corsa contro il tempo: «Avremo lo stadio disponibile solo 12 giorni prima a causa degli impegni delle due squadre». Ma questo non frena gli entusiasmi: «Una grande cerimonia ha successo se si percepisce l’energia che pervade il luogo».

Dopo varie vicissitudini, i club coinvolti e le istituzioni sembrano aver imboccato un binario preciso: il tram 16 che da sempre accompagna i milanesi nel viaggio verso lo stadio continuerà a fermarsi nello stesso luogo. Il Meazza cambierà aspetto ma non fermata.