L’8 e il 9 giugno le cabine elettorali saranno aperte e gli italiani dovranno mettere una croce sul Sì o sul No per decidere se abolire alcune norme del Jobs Act e dimezzare i tempi per l’acquisizione della cittadinanza. Il principale promotore di questo referendum è la CGIL che, come racconta Francesco Fedele – coordinatore del sindacato nella zona Milano nord-Sesto San Giovanni –  ha «messo in campo una campagna di sensibilizzazione molto vasta. Volantinaggi, manifestazioni e presenza di tutti i tipi e ovunque. Saremo presenti nelle stazioni,

Franco Fedele, Cgil Milano nord-Sesto S.G.

alle fermate dei tram, nelle piazze e nei quartieri». La campagna per il Sì vede il maggior sindacato italiano in prima linea, pronto a dare battaglia. «Stiamo calendarizzando 600 iniziative. Dal classico volantinaggio, ai giri nei quartieri, poi il caffè con i cittadini o “l’aperitivo per il Sì”» una serie di eventi che hanno «l’obiettivo di coinvolgere il maggior numero di persone, soprattutto i giovani».

Il voto del futuro – Proprio si giovani, speiga Fedele, sta puntando il sindacato. Anche perché gli studenti fuori sede, prevalentemente universitari, non saranno costretti a tornare a casa per votare. «A Milano sono circa 10mila i fuori sede che hanno chiesto di votare. È una cosa significativa dato che il voto referendario è un voto dove conta la singola persona» ed è proprio la persona che con una croce può scegliere se mantenere o eliminare una legge dello Stato. Una risposta positiva per chi promuove il Sì: secondo i dati delle principali città, oltre Milano anche a Roma e Bologna i giovani elettori hanno fatto sentire la loro presenza e la loro voglia di partecipare al voto. Nella capitale sono state accettate più di 9500 domande, mentre nel capoluogo emiliano sono state 7500.

Accuse all’informazione – «Siamo consci – sottolinea il sindacalista – che c’è qualcuno che sta nascondendo che tra un mese ci sarà un referendum». Sul banco degli imputati c’è soprattutto la Rai, che secondo l’esponente Cgil, «il servizio pubblico dovrebbe dare informazioni neutre. Dicano che ci sarà un referendum. Questo è un messaggio è molto pericoloso, soprattutto per la grande e sempre crescente astensione generale». Il riferimento è ai dati della partecipazione alle ultime elezioni politiche, dove ha votato il 64%, mentre alle europee 2024 non si è raggiungo nemmeno il 50% di affluenza.

I partiti – I referendum hanno avuto un appoggio deciso da parte dei membri dell’opposizione. «I partiti stanno partecipando – dice il sindacalista – anche esponenti di Italia Viva, con un tono basso ovviamente perché loro sono quelli del Jobs Act, ma tutti stanno facendo la loro parte. Avs, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Rifondazione Comunista stanno partecipando alle riunioni di coordinamento» ma oltre la politica c’è anche al mondo dell’associazionismo. Anpi e Arci stanno dando il loro contributo, ma la partecipazione da parte delle associazioni e davvero vasta»

La campagna per l’astensione – Il comitato per il Sì in apparenza sta giocando una partita senza avversari, dato che la maggioranza di governo ha già ufficializzato la linea dell’astensione. Ma è un’illusione ottica, spiega Fedele.«Non è più facile. Io preferirei confrontarmi ogni giorno con chi dice no al referendum, ma se il Governo dice ai cittadini di non andare a votare sta in rtealtà facendo campagna contro». E taglia corto: «E’ una partita sporca, dato che loro dicono di non andate a votare perché se non si raggiunge il 50 + 1% la proposta non passa. È una partita dura, ma noi la giochiamo»