Un filo si tende tra Pavia e Venezia. Domani, 20 maggio, nella città lombarda il condannato in definitiva per l’omicidio di Chiara Poggi, Alberto Stasi, e Andrea Sempio verranno sentiti in contemporanea dalla pm Valentina De Stefano e dal procuratore aggiunto Stefano Civardi. Nel frattempo, nel capoluogo veneto la pm Giuliana Rizza sentirà il fratello della vittima, Marco Poggi, che per lavoro si è allontanato da quella Garlasco piena di brutti ricordi, e abita a Mestre.
Nei giorni scorsi gli inquirenti hanno perquisito casa di Sempio e dei suoi genitori, e secondo alcuni le interrogazioni di domani suggeriscono che gli investigatori hanno un asso nella manica, o quantomeno dei dubbi sui rapporti tra il gruppo di amici che coinvolgeva Poggi e Sempio, forse non così unito come emerso dalle ricostruzioni fatte all’epoca del delitto.
Marco Poggi sentito a Venezia – Dalla procura l’unica informazione che trapela è che la convocazione di Marco Poggi ha il fine di verbalizzare davanti al Pubblico ministero quanto dichiarato davanti alla polizia penitenziaria lo scorso 14 marzo, alla riapertura delle indagini su Andrea Sempio. Le domande dei Carabinieri al fratello di Chiara Poggi, trovata uccisa nella villetta di via Pascoli a Garlasco dove viveva con la famiglia il 13 agosto 2007, si erano concentrate sui rapporti all’interno della sua compagnia di amici. In particolare con Sempio: gli inquirenti hanno approfondito le frequentazioni del ragazzo della villetta dove vivevano i Poggi. Il fratello della vittima ha raccontato che casa sua non era la destinazione prediletta delle uscite tra amici, diversamente da quanto affermato da Sempio in un interrogatorio del 2017 (quando era stato indagato e poi prosciolto). Lo stesso Poggi in passato aveva dichiarato che Sempio e un altro amico, Alessandro Biasibetti, erano andati a casa sua prima della sua partenza per le vacanze, il 5 agosto, per guardare la tv o usare il computer in camera della sorella Chiara. Sarebbe stato l’uso condiviso della tastiera del computer a permettere secondo alcuni il trasferimento del Dna di Sempio sulle dita di Chiara Poggi, ritrovato dopo il delitto e perno dell’accusa all’indagato.
Le indagini mireranno ad approfondire lo stato dei rapporti tra i due, se davvero sono rimasti amici e se sono davvero ancora in contatto nonostante la distanza e gli anni trascorsi. Per ricostruire le vicende di oggi e del passato, gli inquirenti si sono mossi raccogliendo informazioni anche da altri due amici della compagnia, Roberto Freddi e Mattia Capra.
Le telefonate – Le chiamate fatte da Sempio sul fisso di casa Poggi, il giorno del delitto e quello prima, rimangono dal 2007 un interrogativo non risolto. Dal 5 agosto Poggi si trovava infatti in vacanza con i suoi genitori, e dato il rapporto di amicizia tra i due, in molti si sono chiesti se fosse possibile che Sempio non sapesse che l’amico si trovava fuori casa. Alle domande sull’argomento, Poggi aveva risposto di non ricordare di aver avvisato Sempio che sarebbe andato via, perché «non c’era l’abitudine fra noi ragazzi di salutarci quando uno partiva, anche perché era una questione di dieci giorni, quindi non mi era nemmeno venuto in mente di mandare un messaggio o fare una telefonata per salutare».
I tabulati però riportano che Sempio non era solito telefonare all’amico: dal gennaio all’agosto 2007 c’è traccia di tre sole altre telefonate sul fisso. In più Poggi ha raccontato di non aver ricevuto le telefonate che Sempio ha affermato di avergli fatto sul cellulare dopo le mancate risposte dal telefono di casa..
In caserma anche Stasi – L’allora fidanzato di Chiara Poggi, condannato in via definitiva a 16 anni per l’omicidio della giovane e da poco in regime di semilibertà, verrà sentito a Pavia come teste assistito in quanto giudicato in un procedimento connesso, quello che l’ha condannato. Per il legale dei genitori di Chiara, l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, «Si fatica a comprendere la direzione. Non ci sono elementi negli atti che lasciano intendere un collegamento tra Stasi e Sempio. Ancor meno non ce ne sono tra Sempio e le sorelle Cappa», ha detto in una intervista a Il Fatto Quotidiano. Le sorelle Cappa sono Paola e Stefania, le gemelle tornate alla ribalta ad anni di distanza dal fotomontaggio con la cugina uccisa che le rese tristemente famose, che si trovano coinvolte nelle nuove indagini per centinaia di messaggi, ora agli atti, in cui parlano dell’omicidio e sembrerebbero alludere al fatto che Stasi è stato incastrato. C’è poi quel supertestimone che alle Iene ha riferito di aver visto Stefania Cappa gettare nel canale dietro una casa di famiglia un oggetto, e il martello e le pinze da camino ritrovati qualche giorno fa proprio in quel canale, a 18 anni dal delitto.
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