La telefonata è fissata per il pomeriggio di lunedì 19 maggio. Dalle 16 il presidente statunitense Donald Trump e quello russo Vladimir Putin saranno ai due lati del filo per discutere la pace. La conferma dell’appuntamento arriva dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov: «La Russia raggiungerà gli obiettivi della sua operazione militare in Ucraina, ma è preferibile farlo attraverso mezzi politici e diplomatici». Il presidente statunitense sembra determinato a «porre fine al bagno di sangue» – così ha scritto nel suo social Truth -, dopo che i colloqui appena iniziati in Turchia tra Russia e Ucraina non hanno per ora ottenuto un cessate il fuoco. I leader di Francia, Germania, Regno Unito e Italia hanno parlato con il presidente Trump per coordinare una strategia comune. L’obiettivo è far pressione su Mosca affinché si arrivi a un cessate il fuoco immediato e a seri negoziati di pace.
Coordinamento transatlantico – Venerdì 16 maggio a Istanbul i colloqui tra Kiev e Mosca non hanno otteniuto risultati concreti. I leader europei, temendo un’escalation militare e un peggioramento della situazione umanitaria, si sono mossi in anticipo. «Il format di ieri – ha dichiarato Stefan Kornelius, portavoce del cancelliere tedesco Friedrich Merz, in merito al coordinamento transatlantico – è stato auspicato dagli americani e rispecchia anche il fatto che Giorgia Meloni ha un rapporto molto buono con il presidente Usa e può far valere la sua influenza». La presidente del consiglio italiana ha ribadito il sostegno a Trump per «una pace giusta e duratura in Ucraina», e ha sottolineato l’importanza di un cessate il fuoco immediato e incondizionato. Il presidente francese Emmanuel Macron ha scritto su X: «Tocca al presidente Putin dimostrare domani di volere davvero la pace e accettare il cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni proposto dal presidente Trump, sostenuto dall’Ucraina e dall’Europa», mentre il cancelliere Merz ha dichiarato a Roma, in occasione della messa di inizio pontificato di papa Leone XIV, di volere un ulteriore incontro tra Francia, Regno Unito, Italia e Polonia, «per prepararci al meglio a questo colloquio». Assente il premier polacco Donald Tusk a causa delle elezioni presidenziali nel suo Paese.
L’incontro – Proprio a Roma, domenica 18 nella stessa occasione, il vicepresidente statunitense JD Vance e il presidente ucraino Volodymir Zelensky si sono incontrati, in presenza di Giorgia Meloni, per la prima volta dopo il disastroso colloquio alla Casa Bianca di fine febbraio. L’agenzia France Presse scrive che i due leader hanno discusso «della situazione in prima linea, dei preparativi per il colloquio tra Trump e Putin, della possibilità di sanzioni contro la Russia in assenza di risultati e di un cessate il fuoco». Zelensky ha anche consegnato una lettera indirizzata a Trump con nuove proposte di cooperazione e una richiesta di sostegno in vista del possibile riavvio dei negoziati.
La guerra – Sul campo, nel frattempo, gli attacchi russi continuano. Nella notte tra sabato 17 e domenica 18 Mosca ha lanciato 273 velivoli senza pilota, tra cui molti droni kamikaze di tipo Shahed di fattura iraniana. Secondo l’Aeronautica militare di Kiev, 88 droni sono stati abbattuti e 128 si sono schiantati in aree disabitate. Le regioni più colpite sono state quelle di Kiev, Dnipropetrovsk e Donetsk. Si tratta dell’attacco con droni più massiccio dall’inizio della guerra, superando quello del 23 febbraio scorso, quando furono impiegati 267 droni.