Dopo 16 anni dalla morte di Stefano Cucchi arrivano tre nuove richieste di condanna. La Procura di Roma ha chiesto di condannare 3 carabinieri accusati di avere dichiarato il falso durante il processo sui depistaggi (terza inchiesta del caso) legati alle indagini sulla morte del 31enne romano arrestato il 15 ottobre del 2009 e deceduto sette giorni dopo all’Ospedale Sandro Pertini. Si tratta quindi della quarta inchiesta, in questo caso per depistaggio e falsa testimonianza. Alle ore 11 di oggi lunedì 26 maggio la Corte d’Appello di Roma si ritirerà in camera di consiglio per la sentenza d’appello.

Le possibili condanne – Il pubblico ministero Giovanni Musarò ha sollecitato una condanna a 4 anni e 2 mesi per Maurizio Bertolino, all’epoca dei fatti maresciallo presso la stazione di Tor Sapienza, a 3 anni e 6 mesi per il maresciallo Giuseppe Perri e a 4 anni per Prospero Fortunato, all’epoca capitano e comandante della sezione infortunistica e polizia giudiziaria presso il nucleo Radio Mobile di Roma. Nel corso della requisitoria il pm ha ricordato che nella vicenda Cucchi si è assistito «ad una attività ossessiva di depistaggio andata avanti per 9 anni: dall’ottobre del del 2009 e fino all’ottobre del 2018». Un’attività, secondo quanto dichiarato dal pm, «proseguita in maniera inaudita fino al 2021».

Ilaria Cucchi e “la salvaguardia dell’onore” – Su un post Facebook la senatrice e sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, ha commentato la notizia. «Hanno nascosto la verità, scritto il falso e depistato le indagini per garantire l’impunità degli assassini, consentendo che fossero processati agenti della Polizia Penitenziaria al loro posto», ha ricordato. Un fatto che, se confermato dalla Corte, andrebbe letto, secondo la senatrice, come un tentativo di “garantire lo spirito di corpo e salvaguardare l’onore dei propri sottoposti”. E che ha portato, a suo avviso, a un ritardo nelle indagini e nelle condanne e, soprattutto, alla prescrizione dei reati.

Storia processuale – Dei quattro processi complessivi, due hanno riguardato l’omicidio in sé, e hanno portato prima all’assoluzione poi alla condanna in via definitiva di due carabinieri a 12 anni di carcere per omicidio preterintenzionale, nel 2022. Il terzo ha riguardato i tentativi di depistaggio compiuti da altri carabinieri nei processi precedenti. Tra le parti lese, figuravano il Ministero della Giustizia, Ilaria Cucchi e suo padre Giovanni, i tre agenti di polizia penitenziaria imputati nel primo processo e il carabiniere Riccardo Casamassima. Il 7 aprile 2022 il tribunale di Roma ha dichiarato gli imputati colpevoli di tutti i reati a loro contestati.