É durata due ore la rivolta violenta dei detenuti del carcere di Marassi a Genova il pomeriggio di mercoledì 4 giugno. Intorno alle 17.00, l’intervento delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa ha sedato i disordini scoppiati verso le 15.00 nella seconda sezione del penitenziario. Durante i disordini diverse decine di detenuti sono usciti dalle celle e alcuni hanno raggiunto la barriera che protegge la faccia interna del muro di cinta. Altri ancora sono saliti sui tetti, denunciando presunte sevizie su un detenuto, ad opera di altri carcerati.

Carcere Marassi rivolta – Fonte: Ansa
Il bilancio – La rivolta ha portato al ferimento di due agenti e alla distruzione di diverse celle. Secondo la ricostruzione, quattro detenuti della seconda sezione avrebbero dato il via ai disordini. Coinvolta anche un’insegnante in servizio nel penitenziario, Simonetta Colello, intervistata da Genova24: «È scoppiata una sommossa molto pesante nel carcere, noi insegnanti eravamo dentro e ci hanno messo al sicuro in un’aula. Sono 18 anni che insegno e non ho mai visto una cosa del genere, sembrerebbe che tutto sia iniziato a seguito delle sevizie contro un detenuto da parte di altri detenuti».
Sicurezza e sovraffollamento – Proprio mercoledì è stato approvato il nuovo e contestato decreto legge Sicurezza che – tra le altre cose – aumenta il numero di reati e di aggravanti che prevedono la reclusione, complicando ancor di più la problematica del sovraffollamento. Per quanto riguarda in particolare Marassi Fabrizio Benzoni, deputato di Azione, spiega come si potesse prevedere il problema: «Quanto sta accadendo nel carcere di Marassi, a Genova, è una tragedia annunciata. Non per responsabilità dei detenuti né degli agenti penitenziari, ma perché ci troviamo di fronte a un istituto con un tasso di sovraffollamento superiore al 120% e una carenza cronica di circa il 40% del personale necessario. Marassi è solo la punta dell’iceberg di un sistema penitenziario ormai al collasso, ignorato da chi governa e trattato come un semplice contenitore per ciò che la società non riesce a prevenire e gestire». La sindaca di Genova, Silvia Salis, ha espresso la sua vicinanza alle «donne e agli uomini delle nostre forze dell’ordine» ringraziandoli per l’intervento immediato e ha annunciato che la prefettura e la questura indagheranno sulla situazione del penitenziario.