Chiama Trump, chiama il Papa. Ieri, 4 giugno, è stata una giornata di telefonate al Cremlino. Tutte sul tema della guerra in Ucraina, dopo il raid che ha distrutto cinque bombardieri russi domenica mattina. Ora Vladimir Putin comunica che dovrà reagire. E a ripostare le esatte parole è proprio il presidente degli Stati Uniti, senza aggiungere commenti. La guerra che doveva finire con una telefonata dopo l’elezione di Donald Trump, continua invece a essere discussa a colpi di cornetta.

Chiamata transoceanica – La chiamata tra Vladimir Putin e Donald Trump aveva un solo obiettivo: informare. Informare il presidente americano che Mosca risponderà all’attacco ucraino di domenica, uno dei più dannosi dall’inizio della guerra. «Perché premiarli concedendo una pausa nelle operazioni quando sappiamo che sarà usata solo per rifornire il regime d’armi occidentali?», ha chiesto ironico Putin durante la chiamata. Un’ora e un quarto per dirsi questo. «Una buona conversazione – ha commentato Trump – ma non una conversazione che porterà a una pace immediata». Era stato lui a promettere la fine della guerra con una sola telefonata durante le campagne elettorali americane, ma ora il risultato raggiunto tramite cornetta è diverso.

Il post di Trump – Dopo la chiamata Trump ha postato, poi tolto, poi ripostato il contenuto della conversazione. Secondo il Corriere della Sera e La Repubblica il tono era pure troppo piatto, quasi un «comunicato stampa» del Cremlino. Con il suo post su Truth – il social da lui stesso creato – Trump è stato il primo a comunicare il contenuto della chiamata. «Il presidente Putin ha detto in maniera decisa che dovrà rispondere al recente attacco ai suoi aerei», si legge nel post.

Il primo contatto col Papa – Ieri Putin ha chiamato anche Papa Leone XIV con la scusa di congratularsi per l’elezione. In un mese i due non si erano ancora sentiti e lo zar aveva rifiutato di svolgere in Vaticano le trattative per la guerra. Poi hanno parlato anche dell’Ucraina. Putin ha ripetuto quello che aveva già detto a Trump, che non potrà non rispondere agli attacchi, ma la risposta del Pontefice è stata diversa: «La Russia faccia un gesto che favorisca la pace».

E l’Ucraina? – La posizione del presidente russo sul popolo ucraino è stata dura nelle chiamate: «Si permettono di insultare direttamente coloro con cui cercano di costruire un accordo». Ma gli accordi sono ancora considerati molto svantaggiosi da Volodymyr Zelensky. La cessione di cinque regioni, il ritiro delle truppe e l’impossibilità per il paese di entrare nella Nato non sono considerate condizioni accettabili. Zelensky ha commentato lapidario: «Questo è un ultimatum, non un memorandum».