Si chiama Vance Boelter ed è stato arrestato dopo una caccia all’uomo durata due giorni con il coinvolgimento di oltre 100 uomini delle forze speciali Swat e della polizia. Il 57enne è accusato di aver sparato e ucciso la deputata democratica dello stato del Minnesota Melissa Hortman e il marito e di aver ferito il senatore John Hoffman e sua moglie nelle prime ore di sabato, 14 giugno. Le vittime sarebbero state solo le prime di una lunga lista stilata da Walter per eliminare i “democratici corrotti”.

Vance Boelter nel momento dell’arresto  (Fonte ANSA)

La caccia all’uomo – Intorno alle 2 del mattino di sabato Boelter si è presentato alla porta di Hoffman vestito da agente di polizia e ha aperto il fuoco, colpendo 9 nove volte il senatore e ferendo anche la moglie, che aveva fatto da scudo alle figlie. Un’ora dopo, intorno alle 3, Boelter ha sparato, uccidendoli, alla ex Speaker della Camera del Minnesota, Melissa Hortman e al marito.
Da qui è iniziato uno scontro a fuoco con la polizia. Il killer è riuscito a scappare a piedi dando il via alla caccia all’uomo terminata nel primo mattino del 16 giugno. Nel suv del killer gli investigatori hanno trovato un cappello da cowboy, volantini con la scritta “No Kings” (il movimento di protesta contro Donald Trump) e un manifesto in cui Boelter prometteva di “purificare lo Stato” e punire i “corrotti Democratici”. L’uomo aveva inoltre stilato un elenco di una settantina di potenziali bersagli, esponenti politici progressisti e attivisti per il diritto all’aborto.
L’assassino è stato accerchiato e arrestato dalla squadra speciale Swat nella zona rurale di Green Isle, dove viveva in una comunità di seicento persone. Poco prima, la polizia aveva fermato la moglie di Boelter. Nella sua macchina sono stati trovati  munizioni, soldi in contanti e passaporti, forse pronti a essere utilizzati per garantire la fuga alla famiglia.

Chi è Vance Boelter – Ex dirigente incaricato dal governatore Tim Walz (ex candidato alla vicepresidenza con Kamala Harris) di seguire un progetto per lo sviluppo del lavoro, poi diventato direttore di un’agenzia di vigilanza, Boelter aveva più volte espresso critiche contro l’aborto e postava video online in cui attaccava gli «americani confusi sul proprio orientamento sessuale».
Dopo un dottorato in leadership, un master in scienze del management e una laurea in relazioni internazionali, Boelter ha aperto con la moglie una società di sicurezza, per poi gestire una stazione di servizio e un minimarket 7-Eleven a Minneapolis. Più di recente su LinkedIn si era descritto come l’amministratore delegato di Red Lion Group, azienda nella Repubblica Democratica del Congo impegnata a creare posti di lavoro per la popolazione locale. In passato il presunto killer  ha gestito un’organizzazione no profit chiamata Reformation Ministries. Il Washington Post riporta che sul suo sito web raccontava di essere stato ordinato sacerdote e che prima dell’11 settembre aveva compiuto viaggi a Gaza e in Cisgiordania per «condividere il Vangelo con i militanti islamici e dire loro che la violenza non era la risposta».
Gli amici di Boelter hanno raccontato che la sua radicalizzazione è avvenuta dopo la scuola: «Quando eravamo a scuola era come gli altri teenager. Poi ha iniziato a predicare nei parchi», ha riferito David Carlson, amico di lunga data dell’uomo.