Un decollo che non c’è mai stato. Il peso del grosso aereo che si infrange contro uno studentato nella periferia di Ahmedabad in India. L’incidente aereo del 12 giugno, che ha causato la morte di 270 persone, è ancora avvolto nel mistero. L’unica certezza è però che il velivolo era un 787 Dreamliner dell’azienda americana Boeing. Ora l’allerta è molto alta: poche ore fa un’aereo dello stesso modello è rientrato all’aeroporto di Hong Kong dopo un problema tecnico. Non è la prima volta che la Boeing è coinvolta in un incidenti di questo genere. Negli ultimi dieci anni, due grosse catastrofi aeree hanno causato la morte di 346 persone. L’azienda di aviazione è riuscita sfuggire alle sentenze del tribunale grazie a un patteggiamento di 1,1 miliardi di euro.
Le ricostruzioni – È presto per dire che a causare l’incidente avvenuto pochi giorni fa sia stato un problema tecnico. Per avere le prime risposte si dovrà aspettare il preliminary report che sarà reso pubblico nelle prossime settimane. Le prime ricostruzioni parlano però di un’anomalia in entrambi i motori. Vista l’autonomia ingegneristica dei due propulsori le cause possono essere circoscritte sostanzialmente a due ipotesi. La prima il bird strike, cioè l’impatto con uno stormo di uccelli. Apparentemente esclusa però dalle prime ricostruzioni video. La seconda è quella della contaminazione del carburante, che avrebbe reso impossibile un decollo regolare. Entrambe queste ipotesi potrebbero escludere un coinvolgimento della Boeing. C’è però una terza via, più spaventosa per l’azienda di Chicago, che porterebbe le indagini sulle tracce di un problema ingegneristico o elettronico dell’aereo. L’ipotesi non è così remota. Negli ultimi anni diversi ingegneri della Boeing hanno riportato presunte anomalie legate alla struttura della fusoliera. Secondo gli esperti le operazioni di fusione delle componenti cilindriche potrebbero danneggiare i materiali compositi, con il rischio di gravi guasti strutturali. I test interni della Boeing hanno sempre smentito questa ipotesi.
I precedenti – La produttrice di aerei, negli ultimi anni, ha fatto ben poco per ottenere la fiducia dei suoi clienti. Tutto è iniziato nel 2018, quando un 737 Max della compagnia indonesiana Lion Air, è precipitato dopo il decollo a Giacarta. Nel 2019, in Etiopia, lo stesso modello si è schiantato con una dinamica simile a pochi chilometri da Adis Abeba, causando 157 morti. In entrambi i casi il software di bordo è stato identificato come il responsabile degli incidenti, rendendo ingovernabili i velivoli poco dopo il decollo. Svelato il motivo degli impatti si è scatenato il caos in borsa e i 737 Max sono rimasti a terra per diversi anni, finché il programma non è stato modificato. Appena il tempo di rimettere nei cieli i suoi 737 che, nel 2024, lo stesso modello ha perso il portellone di sicurezza pochi minuti dopo il decollo da Portland. Per fortuna in questo caso non ci sono stati feriti per via dell’assenza di passeggieri nei sedili limitrofi alla porta divelta. L’azienda di Chicago è così di nuova finita nei guai. Le indagini hanno lasciato a terra 170 aerei, e fatto emergere la relazione tre la Boeing e una certa noncuranza nella manutenzione dei velivoli. Infatti, numerosi 737 volavano con bulloni allentati rischiando di perdere pezzi mentre erano a 30.000 piedi. La Boeing sta cercando in questi mesi di far convergere tutta la colpa alla Spirit AeroSystems, impresa esterna che produce i pannelli di fusoliera incriminati. Nonostante questi imprevisti, l’aereo resta uno dei mezzi di trasporto più sicuri del mondo. Infatti, secondo un’inchiesta di Euronews solamente un passeggero su 13,7 milioni è stato vittima di un incidente aereo nel periodo 2018-2022. Mostrando un trend molto positivo. Viaggiare oggi rispetto a sessanta anni fa è 39 volte più sicuro.
I processi – Mettere in discussione la Boeing significa incrinare la supremazia bellica americana. L’azienda di Chicago è, infatti, il principale fornitore dell’esercito americano con vendite annue intorno ai 20 miliardi di dollari. Non sorprende infatti come l’amministrazione Usa abbia sempre cercato di chiudere un occhio in sede di tribunale nei confronti della Boeing. Il mese scorso la società di aviazione ha patteggiato per 1,1 miliardi di dollari, così da evitare il processo relativo ai due incidenti del 2018 e del 2019. Gli eventi avevano causato congiuntamente la morte di 346 persone. Le famiglie delle vittime hanno considerato «moralmente ripugnante» l’azione.