Sono passati quasi 2 anni dalla strage del 7 ottobrte 2023 e dall’inizio delle ostilità e a Gaza chi paga di più di tutti è la popolazione civile, ridotta alla fame. Secondo la Gaza Humanitarian Foundation – ente israelo-americano che si occupa di aiutare chi è nella Striscia – la popolazione «ha un disperato bisogno di aiuto» poichè manca di cibo, acqua e medicine.
La situazione – Dopo l’avvio delle operazioni militari di Israele nella Striscia la ricerca di beni di prima necessità è diventata la missione principale dei civili. I camion con gli aiuti rimangono bloccati dalle forze armate israeliane. Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa, ieri – 22 giugno – nove civili sarebbero stati uccisi in tarda serata da un colpo di artiglieria a nord di Gaza City. In due giorni, secondo il ministero della Salute della Striscia (controllata da Hamas), l’Idf ha ucciso più di 200 persone, molte delle quali aspettavano gli aiuti.
Il Consiglio dei ministri Ue – L’Unione Europea si è spaccata sugli accordi Ue-Israele. Il numero uno del governo spagnolo Pedro Sanchez ha fatto sapere che intende chiedere la sospensione dei rappoti commerciali tra i 26 e Tel Aviv, guidando la fronda anti Israele. Il ministro degli Esteri di Madrid José Manuel Albares ha chiarito che «non saranno le denunce a fermare questa guerra disumana. Metterò sul tavolo della Rappresentante per la politica estera (l’estone Kaja Kallas, Ndr) la sospensione immediata dell’accordo di associazione Ue-Israele, un embargo sulle vendite di armi da parte dell’Ue a Israele e sanzioni individuali contro tutti coloro che vogliono ostacolare la soluzione dei due Stati». Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio dei ministriiotaliano e ministro degli Esteri, ha chiarito la posizione dell’Italia: «Per noi è fondamentale avere un dialogo con Israele. Grazie a questo dialogo abbiamo portato fuori dalla Striscia quasi mille persone. Con un dialogo aperto si possono avere risultati». Anche il ministro tedesco degli Esteri Johann Wadephul ha confermato la posizione di Berlino chiarendo che «il governo tedesco non ritiene che l’accordo tra Ue e Israele debba essere sospeso», evidenziando che è «necessario mantenere buoni rapporti con chi rappresenta lo stato di diritto democratico in Medio Oriente»