«Alle 8.00, quando sono arrivato, non ho capito subito che cosa stesse succedendo. Solo grazie ai clienti mi sono accorto della situazione. Durante la mattinata, guardando l’insegna, si vedeva che veniva sempre più giù man mano che passava il tempo». Francesco Sclafani lavora nella tabaccheria Must, nella piazza centrale del centro commerciale di CityLife. Testimone involontario degli effetti sugli esercizi commerciali della zona del crollo dell‘insegna dell’azienda Generali posizionata in cima alla Torre Hadid, a 192 metri di altezza. L’improvviso cedimento della struttura è avvenuto nella mattina di oggi, 30 giugno, alle 06.30, sul tetto del grattacielo di 44 piani. Poco prima, dunque, che Sclafani iniziasse il turno. Nella piazza del centro comerciale, fuori dalle vetrine della tabaccherie, si accalcano uomini delle forze dell’ordine della polizia locale e dei vigili del fuoco del comando di Milano, intervenuti con quattro mezzi, che hanno provveduto a mettere in sicurezza la piazza e ad evacuare la torre. Sono state chiuse al pubblico anche la fermata della Metro Tre Torri e una parte del quartiere. Non si registra nessun ferito.
«Attualmente non è possibile capire come sia successo, dobbiamo aspettare le valutazioni delle prossime ore. Ci possono volere diversi giorni per riaprire la piazza, così come una settimana. Ora è importante mettere in sicurezza la zona per riaprire la piazza e riaprire la torre che attualmente sono chiuse e transennata per questione di sicurezza», così Marco Grampella, direttore e vice dirigente del comando dei vigili del fuoco di Milano, intervistato pochi minuti prima della riunione prevista con gli strutturisti. Presente sul posto da questa mattina, l’ingegnere assicura che non siano possibili cedimenti: «Non ci sono possibilità di un cedimento nel breve periodo ma la struttura è ancora vincolata in alcuni punti e si è appoggiata. Oggi inizieremo i lavori di installazione di tiranti, così che in caso di vento o di temporale o di qualsiasi altra sollecitazione e meccanica non ci siano rischi. Attualmente non ci sono rischi per persone ma vogliamo lavorare coi piedi di piombo così da mettere in sicurezza per tutti la zona».
La torre Hadid è stata eretta alla fine del 2017 e fino a questo momento non aveva dato problemi di alcun tipo. Le cause del cedimento di oggi sono ancora ignote e, sempre secondo Grampella, ci vorranno diversi rilevamenti per comprendere appieno le motivazioni: «L’insegna è fatta in questo modo: abbiamo una pannellatura che gira tutta intorno alla sommità della torre. Questa pannellatura è retta da una grossa ragnatela di tubi e nodi, nodi che reggono questi tubi. La struttura è molto resistente perché è in acciaio ed è ipostatica, il problema di queste strutture è che se in alcuni punti avviene un cedimento, esso si porta dietro tutto il resto; perché questo sia avvenuto ancora non lo sappiamo». Non si esclude che la struttura possa aver ceduto a causa delle alte temperature di questi giorni. Nelle operazioni di messa in sicurezza saranno coinvolti i vigili del fuoco e le forze dell’ordine, mentre per la rimozione e l’eventuale risistemazione saranno coinvolti il management della torre e la parte tecnica dei costruttori.
Questa mattina si è anche espressa Generali, che in una nota ha commentato: «A scopo precauzionale e a tutela della pubblica incolumità, Generali ha provveduto a delimitare e mettere in completa sicurezza l’area sottostante, ivi compreso l’edificio che ospita il CityLife Shopping District. Tutto il personale della sede Generali continuerà a operare da remoto. Le cause dell’incidente sono ancora in fase di valutazione. Generali fornirà tempestivamente tutti gli aggiornamenti del caso».
Il crollo dell’insegna ha ovvie ricadute anche sulle attività commerciali che servono la zona. Il minor numero di persone presenti in zona è la chiusura della stazione della metro ha inficiato i numeri della tabaccheria Must: «Di solito a quest’ora (le 11.30) almeno 300 persone sono passate dalla tabaccheria. Oggi saranno state a stento un centinaio», continua Francesco Sclafani. Situazione che porò non si ripete al Carrefour del centro commerciale, dove Francesca Costagli, una dipendente, racconta che i clienti si sono moltiplicati rispetto ai giorni normali. Un effetto della chiusura della piazza centrale, che ha causato la concentrazione dei presenti nei pochi bar rimasti aperti. Per la viabilità invece, i problemi hanno interessato solamente il lato sud della piazza: «Sono arrivata alle 06.30 ed era già tutto bloccato. Sono arrivata dall’altra parte rispetto alla fermata della metro quindi non ho avuto particolari problemi ad arrivare».