Una coltellata per 14 euro. Ventisette anni di carcere anziché 20. Daniele Rezza è stato condannato per l’omicidio di Manuel Mastrapasqua, il 31enne accoltellato dopo la tentata rapina nella notte tra il 10 e l’11 ottobre scorso mentre tornava a casa dal lavoro. «Non era mio intento ammazzarlo, volevo solo rapinarlo – aveva detto in aula – mi sono avvicinato con il coltello per farmi dare quello che aveva e lui ha reagito». Quello che aveva erano un paio di cuffie dal valore di 14 euro.
La condanna – Il processo è iniziato con l’ascolto delle ultime parole di Mastrapasqua, che ha mandato con un audio alla fidanzata alle 2:56. Ha chiesto aiuto, ha detto che la amava. Poco prima, alle 2:15 di notte, aveva inviato un altro messaggio vocale, anche questo portato in aula come prova: qui dice di essere sceso dall’autobus che aveva preso per tornare a casa dopo il turno di lavoro al supermercato dove lavorava. Le azioni che ha compiuto appena prima di essere aggredito da Rezza. La pm ha chiesto di «considerare la giovane età e il contesto in cui è cresciuto» l’imputato, che viene da Rozzano, nella periferia milanese. Per questo ha chiesto 20 anni per il reato di omicidio, le attenuanti generiche e l’esclusione di tutte le aggravanti. Poi la corte d’Assise di Milano ha aumentato a 27 anni la pena. Sono state applicate le aggravanti di motivi abietti e futili e anche quella per aver agito in orario notturno, un’aggiunta di pena entrata nel Codice da luglio 2021.