La ricompensa monetaria è modesta, 5 mila euro per il vincitore, ma il Premio Strega rappresenta da decenni il modo migliore per affermarsi nel panorama letterario italiano, sia per fama sia per vendite. L’edizione del 2025 vede favoriti Andrea Bajani con L’anniversario e Nadia Terranova con Quello che so di te. Negli ultimi anni i vincitori sono stati in gran parte dei casi autori già affermati e con esperienza, com’è anche il caso di Bajani e Terranova, entrambi con libri nominati in passato nella cinquina dei finalisti. Non sono mancate però eccezioni, come l’esordiente Ada d’Adamo nel 2023.
A volte ritornano – Cinque anni fa era stato Sandro Veronesi a vincere con Il colibrì, che si era aggiudicato il premio per la seconda volta, dopo la prima vittoria nel 2006 con Caos calmo. Veronesi è stato l’unico scrittore insieme a Paolo Volponi a vincere lo Strega due volte. Entrambi i titoli vincenti affrontano un tema specifico: la reazione alla disgrazia, pur con prospettive diverse. In Caos calmo il protagonista dopo aver perso la moglie, morta per un aneurisma improvviso, inizia a osservare il mondo diversamente, rendendosi conto, pur restando impassibile, del dolore e della cattiveria che gli sta intorno. Con Il colibrì invece la serie delle disgrazie è ancora più lunga e porta il protagonista, l’oculista Marco Carrera, a trovare una ragione di vita nella nipote Miraijin, unica familiare sopravvissuta. Miraijin, diventata una persona dai molti talenti e di successo, rappresenterà per Carrera la possibilità di una nuova vita, dopo un’esistenza passata a ripararsi passivamente dai colpi del destino.

Emanuele Trevi alla premiazione del 2021 (Foto di Raffaele Pentangelo)
All’interno della storia – Nel 2021 è stato il turno di Emanuele Trevi con Due vite, un libro molto personale, che racconta l’amicizia dell’autore con gli scrittori Rocco Carbone e Pia Pera. Il trio si forma ai tempi degli studi universitari di Trevi a Roma, ma si dissolve pian piano col tempo: Carbone abbandona le prospettive di carriera accademica per ritirarsi a scrivere romanzi, mentre Pia resta più vicina, coinvolgendo Trevi nelle sue richiestissime traduzioni dal russo. Dopo anni, Trevi riallaccia il rapporto con Carbone con il pretesto dell’uscita del suo nuovo romanzo, ma nel 2008 l’amico muore in un incidente stradale poco dopo averlo sentito al telefono. Il rapporto con Pia si mantiene invece fino alla sua morte nel 2016, dovuta alla SLA. Prima di Due vite, Trevi era andato vicinissimo alla vittoria nel 2012, arrivando secondo per soli due voti con Qualcosa di scritto, un libro che come il vincitore del 2021 recupera molti tratti autobiografici dell’autore, dal periodo in cui lavorava al Fondo Pier Paolo Pasolini. Da segnalare per l’edizione del 2021 anche il secondo posto di Donatella Di Pietrantonio, che sarà vincitrice nel 2024.
Abbandonare le radici – Una dose di autobiografia è rintracciabile in quantità grandi o piccole in tutte le opere letterarie. Il libro di Mario Desiati Spatriati, vincitore dello Strega 2022, non è un’eccezione. Il protagonista non coincide come nel caso di Trevi con l’autore, ma le vite dei due personaggi principali, Francesco e Claudia, assomigliano a tratti a quella di Desiati. I due ragazzi sono personaggi queer, cresciuti come l’autore a Martina Franca, in Puglia. Il loro legame si rafforza passando attraverso la separazione dei genitori dovuta a relazioni extraconiugali: la madre di Francesco tradisce il marito con il padre di Claudia. I due affrontano inizialmente la vita in modo diverso: Francesco è legato alla propria terra, che non riesce ad abbandonare, mentre Claudia cerca fortuna nelle grandi città: Londra, Milano e poi Berlino. A Berlino i due si riuniranno quando Francesco, stanco del proprio ambiente di lavoro e affascinato dai racconti dell’amica, deciderà di seguirla lì. Qui si sviluppano le loro vite da spatriati, ‘irregolari’ nel dialetto pugliese, entrambi impegnati in relazioni omosessuali: quella di Francesco con un emigrato georgiano costretto poi al rimpatrio.
Premio postumo – Il 2023 è un anno eccezionale per lo Strega. Stravolgendo il pronostico iniziale, ha vinto Ada d’Adamo, esordiente assoluta come scrittrice, morta pochi mesi prima dell’assegnazione del premio (nel 1959 era successo lo stesso anche a un grande della letteratura italiana come Giuseppe Tomasi di Lampedusa con il suo Gattopardo). Terzo fattore di eccezionalità è la casa editrice, Elliot, una piccola realtà che non aveva mai partecipato in precedenza con i suoi libri al premio. Anche la trama del libro di d’Adamo, intitolato Come aria, ha forti toni autobiografici, parlando del legame tra una madre, Ada stessa, e la figlia disabile Daria. La narrazione segue come la madre riesca ad adattarsi al corpo di Daria, alle sue esigenze, agli strumenti e ai tutori necessari per la sua vita, per poi dover affrontare un’altra sfida, questa volta personale: l’arrivo del cancro.
Ritorno alla normalità – La scorsa edizione (2024) ha visto il ritorno al trionfo di una scrittrice affermata, Donatella Di Pietrantonio, con L’età fragile. L’autrice non si identifica con il protagonista in prima persona, anche se la vicenda è ambientata nell’Abruzzo dell’autrice durante il periodo della pandemia Covid 19. Anche questa è una storia di relazioni tra madre e figlia, ma si aggiunge un elemento di cronaca nera, un delitto ispirato a quello del Morrone del 1997, in cui la protagonista del libro, Lucia, era stata coinvolta e che aveva a lungo cercato di dimenticare.