L’attività delle fabbriche cinesi sta rallentando. È quanto si ricava dall’andamento dell’indice Pmi manifatturiero (Purchasing Manager’s Index) che valuta la salute economica del settore industriale di un paese basandosi su sondaggi condotti tra i direttori degli acquisti delle principali aziende. Nel report, realizzato da RatingDog-S&P Global, si evidenzia un calo nella produzione, che ha registrato tassi inferiori rispetto a quelli di settembre 2025. Tra i fattori che hanno inciso sul rallentamento, gli analisti citano l’incertezza legata ai rapporti commerciali con gli Stati Uniti: il timore di nuovi dazi continua a frenare gli ordini dall’estero.
Il calo – L’indice Pmi è sceso a 50,6 punti in ottobre 2025, contro i 51,2 di settembre, un valore inferiore alle attese degli analisti. In linea di massima solo un rallentamento rispetto a settembre 2025, anche perché, come evidenziato dagli analisti un valore sotto i 50 punti indica recessione. Se il valore è superiore, come in questo caso, si ha espansione. Ecco perché resta la crescita, seppure rallentata rispetto a settembre. “Tra i sottoindici, solo l’occupazione ha mostrato una variazione positiva su base mensile, mentre gli altri indicatori sono diminuiti”, ha affermato Yao Yu, fondatore di RatingDog. Un calo generale nella fiducia delle imprese, anche dovuto al periodo in cui è stata realizzata l’indagine, subito dopo le minacce di Donald Trump di imporre dazi del 100% sulle merci cinesi.
L’incontro USA-Cina – Il 30 ottobre, a Busan, in Corea del Sud, i leader di Stati Uniti d’America e Cina si sono incontrati in occasione del vertice APEC South Korea 2025. Tra promesse di amicizia eterna e tensioni velate, Trump e Xi hanno cercato di trovare un accordo economico. Da parte del Dragone una ripresa nell’acquisto della soia made in USA, insieme a un rinvio di alcune restrizioni per quanto riguarda l’export di terre rare. Da parte della Casa Bianca, invece, una nuova riduzione di alcune tariffe doganali su specifiche categorie di beni, come i componenti chimici, scesi dal 20 % al 10 %.
La Russia a colloquio – Resta alla porta la Russia, pronta a sfruttare qualsiasi allentamento del legame tra Trump e Xi. Nella giornata di oggi, 3 novembre 2025, il primo ministro russo, Mikhail Mishustin, ha visitato il suo omologo cinese, Li Qiang. Dalle prime dichiarazioni di Mishustin: “Le relazioni tra Russia e Cina sono attualmente al loro livello più alto nella loro storia e continuano a svilupparsi, nonostante le sanzioni illegali dell’Occidente”. Nella giornata di domani, 4 novembre, Mishustin incontrerà il presidente Xi Jinping.




