Educazione sessuo-affettiva vietata nelle scuole dell’infanzia ed elementari, solo con il consenso dei genitori invece alle medie e superiori. È quello che prevede il disegno di legge presentato dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara a maggio, esaminato in seguito dalla Commissione Cultura e ora in discussione alla Camera. Le opposizioni sono sulle barricate: da Verdi e Sinistra fino ai gruppi centristi il coro di protesta è unanime. Nessun passo indietro da Valditara: «È stato detto che con questo disegno di legge impediremmo l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole. È falso».
Il testo del ddl Valditara – I genitori degli studenti delle scuole secondarie (medie e superiori) dovranno firmare un consenso scritto preventivo dopo essere stati informati sui dettagli delle lezioni legate ai temi della sessualità. L’obbligo di consenso riguarda sia le attività didattiche curricolari che quelle extra-curricolari, con il coinvolgimento di esperti esterni all’ambito scolastico possibile solo con l’approvazione del consiglio di istituto e la deliberazione del collegio dei docenti. E nel caso in cui i genitori dovessero decidere di non dare il proprio assenso, la scuola dovrebbe a quel punto organizzare attività formative alternative. Inizialmente veniva previsto il divieto di educazione sessuo-affettiva anche alle medie, oltre alle scuole elementari e dell’infanzia. Un emendamento depositato dalla Lega ha in seguito introdotto la modifica.
Le battaglie extra-parlamentari – Il movimento antiabortista di Pro Vita e Famiglia ha consegnato alla Camera 50mila firme della petizione che aveva lanciato per chiedere l’approvazione «urgente» del disegno di legge e «massima compattezza» al centrodestra su una norma «liberale e democratica». La fondazione Una Nessuna Centomila, che si occupa di sensibilizzazione contro la violenza di genere, ritiene invece una necessità l’introduzione di un’educazione sessuo-affettiva «sistematica e inclusiva nelle scuole, in linea con gli standard internazionali definiti da Unesco e Oms».
Bagarre alla Camera – Durante il dibattito parlamentare del 12 novembre sul ddl, si è accesa la polemica in Aula. Valditara si è scagliato urlando contro le opposizioni: «È stato sfruttato un tema così delicato come quello dei femminicidi, sono indignato che abbiate detto che questa legge impedisca la lotta contro i femminicidi. Vergognatevi, tutto questo non c’è in questa legge», ha detto il ministro. Proteste e grida anche da parte della minoranza parlamentare, che ha deciso di procedere con interventi al microfono in massa da parte dei propri esponenti per ritardare il più possibile l’approvazione del ddl. «Faremo in modo che vada a slittare nelle settimane successive», promettono dal Movimento 5 Stelle, come riporta l’Ansa. «Con questo provvedimento ci sarà un affievolimento degli strumenti che possono essere utili a contrastare la violenza di genere», è la critica del segretario di Più Europa Riccardo Magi. Gli fa eco Maria Elena Boschi di Italia Viva: «Gino Cecchettin ha spiegato che l’educazione affettiva e sessuale è fondamentale per prevenire i femminicidi».
L’opinione degli italiani – Dai dati dell’osservatorio “Giovani e Sessualità” di Durex (una nota azienda di profilattici e altri ausili sessuali) emerge che nove giovani su dieci chiedono che venga insegnata l’educazione sessuale a scuola. I sondaggi sono stati condotti in collaborazione con Skuola.net tra maggio e giugno 2025, su un campione di 15mila persone tra ragazze e ragazzi con età compresa tra gli 11 e i 24 anni. Favorevoli anche i genitori, con l’80% che si dice d’accordo con l’introduzione di attività informative sul tema.




