L’Italia del tennis è nella storia. Vince la terza Coppa Davis consecutiva, un’impresa che negli ultimi 53 anni non era riuscita a nessun’altra nazionale. Questo storico traguardo è stato raggiunto a Bologna, davanti a 10mila spettatori, con una squadra che ha saputo mostrare grande carattere e qualità anche senza i suoi due migliori giocatori, Jannik Sinnerfresco vincitore delle Atp Finals – e Lorenzo Musetti. Matteo Berrettini e Flavio Cobolli sono stati i protagonisti principali di questa impresa, rispettivamente dominando il singolare contro Pablo Carreno Busta e realizzando una rimonta intensa contro Juame Munar, consegnando così all’Italia la vittoria per 2-0 sulla Spagna e la terza insalatiera di fila (altro nome con cui viene chiamato il trofeo).

Le imprese di Berrettini e Cobolli – Matteo Berrettini si è aggiudicato il primo singolare della sfida con la Spagna: 6-3 6-4 contro Pablo Carreno Busta in un’ora e 18 minuti. La classifica Atp lo vedeva leggermente favorito (n.56 contro n.89), ma anche l’iberico era abituato al peso specifico di una partita del genere. E poi, in Coppa Davis, il ranking passa in secondo piano. Nonostante tutti gli acciacchi della sua carriera, Berrettini non ha mai deluso in Nazionale. Anche nel secondo set, quando la pallina scottava, è emerso tutto il carattere del romano che si è procurato tre palle break. Servendo per il match, Berrettini non si è scomposto, difendendo la battuta a zero.
Flavio Cobolli ha rimontato un set di svantaggio a Juame Munar, riprendendo per i capelli una partita che sembrava persa e conquistando il punto del 2-0 finale contro la Spagna. La partita di Cobolli è stata una vera battaglia, con momenti di difficoltà soprattutto nel primo set (vinto nettamente dallo spagnolo per 6-1), ma la tenacia e la determinazione del giovane romano hanno fatto la differenza, portandolo infine alla vittoria al terzo set con il punteggio di 1-6 7-6 7-5. Dopo la vittoria di Berrettini, l’amico Cobolli ha fatto il bis, come era accaduto nei quarti con l’Austria e in semifinale con il Belgio.

Il feeling tra i due romani – Il rapporto tra Matteo Berrettini e Flavio Cobolli è molto stretto. Sono cresciuti insieme nel circolo tennis Aniene di Roma, con Berrettini che ha spesso raccontato di aver fatto da sorta di “baby-sitter” a Cobolli quando aveva 14 anni e Flavio 8. I due hanno condiviso esperienze fin da bambini: nel 2011, Berrettini e Cobolli sono stati ripresi insieme durante il Lemon Bowl, un famoso torneo juniores di Roma. Quando a Cobolli, 9 anni al tempo, è stato chiesto se fosse l’allievo di un Berrettini quindicenne, aveva risposto: «Magari».

L’«insalatiera» – Durante la premiazione, c’è stato un momento tanto goffo quanto indimenticabile: quando i componenti della squadra si stavano  passando l’insalatiera d’argento – la coppa del torneo – ed è arrivata in mano a Simone Bolelli, un pezzo del trofeo si è staccato ed è caduto a terra. Bolelli e Vavassori sono restati immobili, Cobolli ha sgranato gli occhi. Il più pragmatico è stato Berrettini che, dopo essersi messo le mani nei capelli, ha aiutato il compagno a rimettere insieme la coppa.