«Un crimine contro la nazione e l’umanità intera», Donald Trump ha definito così la sparatoria avvenuta a Washington DC nella serata italiana di mercoledì 26 novembre (circa le 14 locali). Due agenti della Guardia nazionale sono stati feriti gravemente, colpiti alla testa, a una fermata della metropolitana a due isolati dalla Casa Bianca. Un afghano 29enne presunto responsabile dell’attacco è stato arrestato dopo essere stato ferito e immobilizzato poco dopo la sparatoria.

Forze di polizia e dei servizi indagano dopo la sparatoria

L’attentatore – Il presidente Trump, che al momento dell’attacco aveva già lasciato la Casa Bianca per i preparativi della cena del Ringraziamento nella sua residenza di Mar-a-Lago in Florida, ha detto che «l’animale che ha sparato pagherà un prezzo altissimo». Il presunto attentatore catturato, identificato come Rahmanullah Lakanwal, era arrivato nel paese nel 2021, dopo aver collaborato con l’esercito statunitense e la Cia nel paese natale. Aveva infatti usufruito del programma chiamato Operation Allies Welcome, destinato a chi voleva sfuggire al ritorno dei talebani al potere durante l’evacuazione statunitense dall’Afghanistan. Donald Trump ha per questo detto che l’attentatore «è stato portato qui dall’amministrazione Biden nel settembre 2021. Ha fatto entrare 20 milioni di stranieri sconosciuti e non controllati da tutto il mondo». L’accusa di Trump al suo predecessore ha ricevutoo supporto dal vice J.D. Vance: «Quando criticavo la politica di Biden nel 2021 di aprire le porte ai rifugiati afghani non controllati mi davano del razzista».
Poche ore dopo l’attacco i servizi per la cittadinanza e l’immigrazione degli Stati Uniti hanno deciso di sospendere l’elaborazione di tutte le richieste di immigrazione provenienti dall’Afghanistan in attesa della revisione dei protocolli di sicurezza.

I soldati in città – Trump ha deciso di aumentare ulteriormente la presenza della Guardia Nazionale a Washington, decidendo di inviare altri cinquecento uomini. Duemila erano stati mandati nella capitale a partire da agosto, dopo che il presidente aveva già impiegato la Guardia in altre occasioni, come a Los Angeles a giugno per reprimere alcune dimostrazioni. I riservisti avevano iniziato a presidiare Washington con il compito di combattere il crimine, che secondo Trump aveva raggiunto livelli insostenibili. Ora i militanti di sinistra e la destra dei Maga si rimpallano la responsabilità: se i liberals accusano Trump di aver esasperato la situazione militarizzando le città, i supporter del presidente, e chi è ancora di più alla sua destra, accusano la controparte di aver voluto un’immigrazione incontrollata e di sostenere la violenza politica. Negli scorsi giorni c’erano stati diversi episodi di tensione nelle strade, alcuni militari avevano denunciato degli insulti ricevuti dai passanti, che li invitavano ad andarsene se non volevano subire conseguenze violente. La violenza contro le forze dell’ordine ha visto un incremento dall’estate: si registrano alcuni episodi di agenti uccisi sul posto dopo aver risposto a una richiesta di soccorso, come a metà settembre in una perquisizione in Pennsylvania o a fine agosto a Tremonton, nello Utah, dove un uomo ha aspettato e ucciso due poliziotti allertati per una lite domestica.