Come in Squadra speciale Cobra 11, ma nella Calabria profonda. Quella andata in scena è stata una rapina spettacolare: due auto in fiamme messe a barriera all’uscita di una galleria autostradale, il furgone portavalori con due milioni di euro in contanti che frena di colpo, l’imboscata dei banditi, il furto, la fuga.
È successo tutto in una manciata di minuti intorno alle 6,30 del primo dicembre: all’altezza dello svincolo di Scilla e Bagnara dell’A2, un mezzo blindato della società Sicurtransport è stato vittima di un agguato messo a segno da un commando di almeno 10 persone. Durante l’attacco usati kalashnikov e fucili a pallettoni, ma nessuno è rimasto ferito. Sulla carreggiata sono anche stati sparsi chiodi per impedire la fuga del furgone.
Sul luogo sono accorsi i vigli del fuoco e la Polizia di Stato per mettere in sicurezza la viabilità e svolgere le prime indagini.

Il precedente e le ipotesi – Tra le ipotesi degli investigatori anche quella che ci sia stato un basista e che l’azione dei banditi sia stata quantomeno autorizzata – se non organizzata – da personaggi della ‘ndrangheta reggina. Nessuna azione criminale di queste dimensioni è possibile in questo territorio senza le necessarie “autorizzazioni” dei vertici delle ‘ndrine.
Il modus operandi ha almeno un precedente. Era il dicembre del 1997: nello stesso punto, quasi trent’anni fa, una banda di rapinatori aveva messo a segno un’altra rapina milionaria. Il colpo, all’epoca, fruttò 10 miliardi di lire. A esserne vittima un altro furgone portavalori, che trasportava denaro per il pagamento delle pensioni e delle tredicesime. La tecnica usata è sempre la stessa: auto bruciate a barricare la strada, colpi d’arma da fuoco per dissuadere la reazione delle persone a bordo del mezzo blindato, esplosioni per divellere gli sportelloni del furgone.