Si facevano rimborsare per false visite cliniche all’estero. A Napoli quindici persone, appartenenti ad un’associazione di trapiantati di fegato, sono agli arresti domiciliari per associazione a delinquere, truffa ai danni del Servizio sanitario nazionale e contraffazione di documenti. Altre due persone hanno l’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria.

Secondo l’ordinanza di custodia cautelare, avrebbero truffato lo stato per oltre un milione di euro in tre anni, con un guadagno di quasi duemila euro al mese testa. Gli arrestati, che realmente hanno subito un trapianto di fegato, avevano escogitato un sistema per ottenere rimborsi per visite mediche all’estero, soprattutto in cliniche francesi, mai svolte. Ma si tratta di malati reali, che per questo si trovano agli arresti domiciliari e non in carcere.

L’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco della sezione reati contro la Pubblica amministrazione, parla di fatture di alberghi e ristoranti francesi, biglietti del treno in vagone letto per Parigi (720 euro per un biglietto), corse in taxi. È emerso che ognuna di queste fatture serviva in realtà per il rimborso di viaggi di piacere a Parigi, anche a capodanno.

I Nas di Napoli hanno sequestrano numerosi documenti, timbri e ricette false, fatture di cliniche francesi inesistenti. Il tutto veniva presentato alla Asl che provvedeva al rimborso delle spese di viaggio.

Il procuratore aggiunto ha parlato infatti di “un grave quadro indiziario sull’esistenza di un illecito traffico di false richieste di rimborso spese, per prestazioni sanitarie effettuate presso centri ospedalieri esteri al fine di ottenere ingenti illeciti rimborsi dalle competenti aziende sanitarie locali”.

Enrico Tata