Una batteria di missili anti-missile schierata a Tokyo

Prima era solo «importante», adesso è addirittura «vitale». La minaccia di un lancio di missili da parte della Corea del Nord si fa sempre più pressante. Tanto da spingere Stati Uniti e Corea del Sud a innalzare di un grado il livello di allerta militare: «minaccia vitale», ecco cosa indica l’ormai raggiunto livello 2.

Sembra che tutto sia pronto per un nuovo test militare: nella direzione, si teme, di una guerra nucleare. La Corea del Nord ha completato i preparativi per il lancio di uno dei missili Musudan a medio raggio. In qualsiasi momento, avverte l’amministrazione Obama, il regime di Pyongyang potrebbe testare le proprie armi. C’è di più: un rappresentante del governo statunitense ha avvisato che il lancio potrebbe avvenire senza che l’aviazione commerciale e la marina siano previamente avvertite. «Speriamo arrivi almeno un avviso, ma a questo punto non ce lo aspettiamo», ha affermato il funzionario Usa, che ha preferito non rendere nota la propria identità. «Stiamo lavorando dando per scontato che non ci sarà nessun avvertimento». In ogni caso, ha aggiunto, serve cautela, anche perché la maggior parte delle informazioni proviene da immagini satellitari, tutt’altro che perfette a causa del maltempo.

La crisi si è aperta quando il giovane leader nordcoreano Kim Jong-un, irritato dalle sanzioni dell’Onu dopo il test nucleare dello scorso febbraio e dalle manovre militari congiunte Usa-Corea del Sud, ha deciso di moltiplicare gli annunci di guerra. In breve le minacce sono apparse sempre più concrete, tanto che ormai, tra i grattacieli di Tokyo, campeggiano batterie di Patriot, i missili anti-missile. Se il Musudan venisse lanciato, i satelliti e i radar Usa nella regione sarebbero in grado in pochi minuti di calcolarne la traiettoria e di concludere rapidamente se si tratti di un test guidato verso l’oceano o diretto verso zone di terra come il Giappone.

«Un grave conflitto in Corea potrebbe avere un impatto imprevedibile, a lungo termine e di vasta portata», ha affermato l’ammiraglio Samuel J. Locklear, a capo del Comando Pacifico degli Stati Uniti. Dopo la guerra del 38° parallelo, esplosa nel 1950 in piena guerra fredda, Corea del Nord, Corea del Sud e Stati Uniti non hanno più vissuto momenti particolarmente difficili: «Se il ricordo non mi tradisce, non ci sono stati giorni di così grande tensione», ha aggiunto l’ammiraglio.

A tremare è anche il turismo cinese. Alcune agenzie della Cina hanno cancellato le prenotazioni in Corea del Nord. Si teme l’apertura della più grande crisi dell’industria turistica mondiale dall’invenzione dei voli commerciali. Basti pensare che, secondo uno studio della United Nations World Tourism Organization (UNWTO), di qui al 2015 dovrebbero essere circa 100 milioni i cittadini cinesi in viaggio. Nel 2012, la Cina ha superato americani e tedeschi nella classifica dei viaggiatori meno parsimoniosi: 102 miliardi di dollari spesi da 83 milioni di persone in turismo internazionale.

Giulia Carrarini