Tim Cook, ceo di Apple, all'inaugurazione dell'anno accademico dell'università Bocconi di Milano

Tim Cook, ceo di Apple, all’inaugurazione dell’anno accademico dell’università Bocconi di Milano

I valori e gli ideali, ma anche l’importanza del lavoro di squadra e il bene comune. Tim Cook, ceo di Apple, affida all’auditorium della Bocconi il suo messaggio per la nuova generazione, i “leader del futuro”. Ha scelto l’ateneo milanese per tenere il suo primo discorso in un’università europea, durante l’inaugurazione dell’anno accademico il 10 novembre. Inizia con un “Buongiorno”, perché – spiega – “Apple si sente a casa qui in Italia. Questo Paese dimostra che l’eccellenza significa fare meglio, non necessariamente di più. È la prova che le grandi idee possono davvero cambiare il mondo. Noi crediamo la stessa cosa”.

Sfida gli studenti che lo ascoltano a “spingersi più in là dei propri limiti”. Così come Steve Jobs, il fondatore della società di Cupertino, raccomandava ai laureati di Standford nel 2005 di restare ‘affamati e folli’, così Tim Cook ricorda ai giovani le potenzialità del nuovo mondo, sempre più globale. “Voi siete cittadini non solo d’Italia ma del mondo. E avete una voce che deve essere sentita in tutti i continenti. Usatela, parlate più forte. Siete più connessi con il resto del globo rispetto ad ogni altra generazione. Spero sia eccitante per voi. Lo è incredibilmente per me”.

I valori e la passione devono animare il lavoro, per ricercare un obiettivo più grande, che è il bene comune. Secondo Cook, “ora più che mai il mondo del business può aiutare la società civile a risolvere i problemi. La responsabilità non deve pesare solo sulle spalle dei governi”. E Apple dà il buon esempio. Il ceo tocca temi caldi, come l’ambiente e i diritti umani. Rivela che la Mela non si fermerà finché non funzionerà al 100% con le energie rinnovabili – ora arriva all’87% – e ha invitato anche i suoi fornitori in tutto il mondo a fare lo stesso. Ma non solo. Parla di uguaglianza e di accoglienza. Non lascia indietro neanche la tutela della privacy e la protezione dei dati personali.

Conclude con un ultimo pensiero per i futuri “laureati, amministratori delegati, e forse presidenti”. Mantenere l’idealismo, quello con cui è stata fondata l’università Bocconi più di un secolo fa: l’idea che il business si adoperi, nella sua forma migliore, per il bene comune. “Se fonderete il lavoro con i vostri valori, se servirete attraverso la vostra professione uno scopo morale, se insisterete sulla convinzione che quello che fate serva a raggiungere uno scopo più grande, allora lascerete un mondo migliore di quello che avete trovato, e avrete successo in ogni misura che vale davvero”.

Michela Rovelli