(ALS) – MILANO, 30 MAG – Andranno a processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina gli imputati del caso Mare Jonio. Il Gup (Giudice dell’udienza preliminare) del Tribunale di Ragusa ha rinviato a giudizio il comandante della nave di soccorso in mare Pietro Marrone, il fondatore della Ong Mediterranea Saving Humans ,Luca Casarini, la legale rappresentante della società armatrice Idra Social Shipping, Alessandra Metz, il capospedizione Giuseppe Caccia e tre membri dell’equipaggio (una dottoressa, un soccorritore e un tecnico di bordo). Agli imputati è contestata anche l’aggravante di aver tratto profitto dalle operazioni di salvataggio. Le indagini sono partite nel settembre 2020 dopo che la Mare Jonio aveva imbarcato 27 naufraghi, inizialmente soccorsi e fatti salire sulla cargo danese Etienne Maersk. Due mesi dopo la società armatrice della Maersk versò 125 mila euro a quella della Mare Jonio, la Idra Social Shipping.
«Non ci faremo spaventare da nessuno» ha commentato Casarini. «Sappiamo benissimo cosa abbiamo fatto: abbiamo aiutato 27 persone, lasciate in mezzo al mare per 38 giorni. Questo processo diventerà l’occasione per chiedere conto a ministri, governi e autorità, sul perché queste persone sono state lasciate in mezzo al mare». Ha inoltre aggiunto: «Diventerà un processo all’omissione di soccorso». La ong ha rilanciato, annunciando l’acquisizione di una nave, la tedesca Sea eye 4, attualmente della Sea Watch.
L’avvocata di Mediterranea, Serena Romano, ha lamentato: «Nel corso delle indagini preliminari sono state utilizzate intercettazioni tra noi difensori e i nostri assistiti. Cercheremo di capire come mai questo provvedimento sia stato ritenuto valido. Sentiremo anche i vertici della Maersk: ci diranno che non c’è stato nessun accordo economico tra la nave e la Mare Jonio. E poi porteremo in aula i naufraghi, per raccogliere la loro testimonianza». (ALS)
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