(ALS) – MILANO, 20 GIU – L’Iran minaccia di chiudere lo stretto di Hormuz, da dove passa la maggior parte del petrolio europeo, e le Borse hanno reagito negativamente.Per ora si tratta solo di una minaccia, ma è bastata la minaccia del Paese affacciato sullo stretto per far salire il prezzo del petrolio del 7%.
Le Borse hanno subito reagito in termini negativi e nella giornata di ieri i titoli Ftse Mtb (il più importante indice della borsa italiana) sono calati dell’1,2%, mentre Wall Street non ha riportato reazioni perché ieri è rimasta chiusa per festa nazionale. Ora il petrolio costa tra i 70 e i 75 dollari, ma se lo stretto venisse chiuso il prezzo salirebbe di molto, alzando il prezzo dell’energia e della benzina.
Lo stretto si trova tra Oman e Iran ed è un passaggio obbligato per un quinto del petrolio mondiale. 15 milioni barili di petrolio al giorno, 3 mila navi al mese. Una rotta dal Medio Oriente verso l’Europa che già in passato è stava per essere chiuso, sempre come strumento per far sentire la voce orientale davanti ai paesi occidentali. (ALS)
ECO/MF