(ALS) – MILANO, 05 NOV – Si riapre dopo 25 anni il caso dell’omicidio di Nada Cella, passato alla storia come il delitto di via Marsala. La ragazza di 25 anni fu uccisa al secondo piano di uno stabile di via Marsala 14 a Chiavari il 6 maggio del 1996 nello studio del commercialista Marco Soracco, per cui lavorava come segretaria da cinque anni. A 25 anni di distanza sono emersi nuovi particolari che hanno portato in carcere un donna, Anna Lucia Cecere, 53 anni, che a suo tempo aveva una relazione con il commercialista.  Secondo la ricostruzione degli inquirenti l’aggressione avvenne tra le 8.50 e le 9.10. Sul corpo di Cella furono rinvenute alcune lesioni causate da pugni e calci e altre da un corpo contundente che però non fu mai ritrovato. Il dott. Soracco trovò la ragazza agonizzante in ufficio e chiamò i soccorsi. Nada Cella morì dopo vari tentativi di rianimazione in ospedale alle 14.10  a causa delle gravi ferite. La scena del delitto fu alterata prima dai soccorritori e poi dalla madre di Soracco che pulì parte dell’ufficio pensando si trattasse di un banale incidente. Proprio Marco Soracco fu il primo ad essere indagato, con l’ipotesi che fosse un corteggiatore respinto. Poi fu indagata una condomina, affetta da schizofrenia deficitaria con aspetti paranoici e un ex fidanzato di Cella, entrambi però con alibi di ferro. Alla fine del 1998 il caso venne archiviato con l’assoluzione di Soracco e di sua madre, nel frattempo indagata. Nel novembre 1999 vennero disposti accertamenti su un muratore della zona, reo confesso dell’omicidio di una prostituta serba. Il fascicolo venne riaperto nel 2005 partendo dai diari della ragazza. Nel 2006 la Procura di Genova indagò per il delitto altri due muratori coinvolti in un’inchiesta su un racket della prostituzione. L’ultimo tentativo di scoprire l’assassino risale al 2011, partendo da tre capelli che poi si scoprì non appartenere alla vittima. (ALS)

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