(ALS) – Milano, 21 aprile – «Si è iniziato a dire che i difensori passano all’esterno i messaggi dei loro assistiti al 41 bis. Questa narrazione è dannosa, e ignora il vero lavoro dell’avvocato». Così la penalista Valentina Alberta, intervenendo durante il corso di formazione per giornalisti e avvocati tenuto questa mattina al carcere di Opera, ha isolato una tendenza che spesso ha riscontrato nella rappresentazione del suo ruolo nei media: «Il difensore dei detenuti è dipinto sempre come il furbastro della situazione».
È stata una sentenza della Corte Costituzionale a dichiarare illegale la censura della comunicazione tra un detenuto al 41 bis e il proprio legale. La preoccupazione sollevata da diverse testate è che questo canale venga usato dal detenuto per raggiungere i propri affiliati fuori dal carcere, dal momento che il 41 bis è una misura che viene applicata soprattutto alle persone condannate per mafia. Il difensore, ha puntualizzato Alberta, «nella fase esecutiva della sentenza ha invece il compito di lavorare sulle misure alternative alla detenzione, e mantenere l’attenzione verso la tutela dei diritti del detenuto, che molto spesso vengono violati». (SEGUE)
CRO/AMA