(ALS) – MILANO 18 DIC – Gli Stati Uniti si preparano ad inserire il produttore di chip Smic e almeno 80 nuove aziende alla lista nera delle società cinesi accusate di legami poco trasparenti con Pechino. Lo riferiscono all’agenzia Reuters fonti vicine a Washington, secondo le quali si tratterebbe dell’ultimo colpo di coda del presidente americano, Donald Trump, in vista dell’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca dal 2021. Il colosso dei semiconduttori con sede a Taiwan, 3,1 miliardi di dollari di fatturato nel 2019, era già stato messo nel mirino da Trump nei mesi scorsi con l’accusa di fornire tecnologia militare all’esercito cinese e come conseguenza dell’imminente provvedimento sarà ora costretto a richiedere una licenza speciale al Dipartimento del Commercio Usa prima che un fornitore statunitense possa inviargli beni chiave. Una misura contestata dalla Cina, che ha risposto duramente. «Esortiamo gli Stati Uniti a cessare il loro comportamento errato di oppressione ingiustificata delle società straniere», ha commentato il portavoce del ministero Wang Wenbin in una conferenza stampa a Pechino», aggiungendo che Pechino continuerà ad adottare «le misure necessarie» per proteggere i loro diritti. Attualmente la black list americana conta 275 aziende con sede in Cina, tra cui i giganti delle apparecchiature per le telecomunicazioni Huawei Technologies, Zte e il produttore di telecamere di sorveglianza Hikvision, accusati tra l’altro di violazioni dei diritti della minoranza uigura cinese.
GZ/EST
18 DIC 2020 – 12:20