francesco-giambertoneCon un diploma classico e una laurea fresca fresca in Linguaggi dei Media (giuro, esiste) decido di espatriare verso nuovi lidi. Finisco a Londra a fare il barista, ma mi godo la vita e le Olimpiadi. Da esperto mondiale di caffè e frappuccini scelgo, tra mille dubbi, di tornare a Milano, la mia città, sulla irta via del giornalismo. E’ qui che sono nato nell’89, è qui che ho iniziato a scrivere delle mie prime passioni: lo sport e la cronaca locale. Ne ho altre migliaia, vanno e vengono. Poche restano: i Beatles, Bob Marley e il calcio. Sono milanese fuori e napoletano dentro. Mi prendo poco sul serio e penso positivo. Il mio pantheon va da Montanelli a Jovanotti. Il meno ovvio dei due ha descritto l’essenza del giornalismo: “Uscire dal metro quadro dove ogni cosa sembra dovuta, guardare dentro alle cose c’è una realtà sconosciuta, che chiede soltanto un modo per venir fuori a veder le stelle, e vivere le esperienze sulla mia pelle, sulla mia pelle”. Ecco, è questo che voglio fare.