Espressione imbronciata, treccine e berretto in lana. Accanto a lei, il cartello in legno dal quale non si separa mai con la scritta: “Skolstrejk för klimatet” – sciopero del clima – in svedese. Greta Thunberg: sedici anni e una determinazione che pochi adulti possono vantare e che le è valsa la candidatura al premio Nobel per la pace. La ragazzina di Stoccolma in lotta per il cambiamento climatico con la sua battaglia ha occupato per mesi le pagine dei giornali e domani, 15 marzo, spingerà centinaia di migliaia di persone a mettersi in marcia contro il cambiamento climatico.
Sciopero globale – Tutti la ricordano seduta, quasi rannicchiata, sul marciapiede, con zaino e quaderno alla mano. Di fronte a lei il parlamento svedese che, un passo alla volta, è riuscita a smuovere, fino a farsi eleggere donna dell’anno 2018. La sua personale lotta all’indifferenza nei confronti del riscaldamento globale è iniziata lo scorso 20 agosto, quando Greta, che allora aveva solo 15 anni, decise di saltare la scuola ogni venerdì per condurre la sua silenziosa protesta. L’idea dei “Fridaysforfuture” – i venerdì per il futuro – è nata così, e ha dato l’ispirazione a quella che domani potrebbe diventare la più grande mobilitazione studentesca della storia. Saranno coinvolti giovani da 1.325 città in 98 paesi del mondo, tra cui l’Italia, seconda per numero di adesioni dopo la Germania. «Stiamo segando il ramo su cui siamo seduti, e la maggior parte della gente non ha chiare le conseguenze della nostra inerzia – ha commentato la giovane attivista in un’intervista a Repubblica – venerdì prossimo sarò di nuovo in piazza con il mio cartello, finché le emissioni di gas serra non inizieranno a scendere».
Candidata al Nobel – Dopo aver parlato davanti alle Nazioni Unite lo scorso anno, preso parte al Cop 24, la conferenza sul clima organizzata in Polonia e partecipato al World economic forum di Davos, è arrivata anche la candidatura al premio Nobel per la pace. Riconoscimenti importantissimi per chiunque e dei quali la ragazzina si è detta: «onorata e molto grata» attraverso un tweet. «Abbiamo indicato Greta perché la minaccia del clima è probabilmente una delle principali cause di guerre e conflitti – ha spiegato Andrè Ovstegard, uno dei tre parlamentari svedesi che hanno proposto il suo nome – Il movimento di massa che lei ha innescato è un contributo molto importante per la pace». Oltre a lei, ci sono altri 304 candidati in lizza per il premio, tra i quali figura anche Donald Trump.
La sfida – L’impegno di Greta, alla quale è stata diagnosticata la sindrome di Asperger, è cominciato a otto anni, quando per la prima volta ha sentito parlare di cambiamento climatico. Allora rimase scioccata dallo scarso interesse che gli adulti sembravano dimostrare nei confronti di questo problema, fino a cadere in depressione. «Continuavo a pensarci, e mi chiedevo se ci sarebbe stato un futuro» ha dichiarato in un’intervista sul Guardian. Da quel momento ha introdotto nella sua vita dei piccoli cambiamenti che oggi si sono trasformati in una mobilitazione globale. L’ispirazione per i “Fridaysforfuture” è nata osservando la protesta dei giovani studenti di Parkland, in Florida, che hanno scioperato contro le leggi per l’uso delle armi, dopo il massacro avvenuto nella loro scuola. «Posso fare tante cose buone nella mia vita – ha continuato Greta Thunberg nell’intervista – e sto provando a continuare a farlo».