Tre navi speronate, poi l’ordine di fare fuoco. Tra Russia e Ucraina tornano i venti di guerra. Questa volta nello stretto di Kerch sul mar d’Azov, in Crimea. Crisi che dopo l’aggressione militare si è poi spostata sui canali diplomatici, con un fuoco incrociato di accuse tra i due Paesi culminata con il blocco navale russo e con la richiesta della legge marziale da parte di Kiev.

Lo scontro. Lo scorso 25 novembre, la guardia costiera russa ha speronato e aperto il fuoco su tre imbarcazioni della Marina militare ucraina che stavano passando lo stretto di Kerch, in Crimea, unico collegamento marittimo tra Mar Nero e mar d’Azov. Secondo le autorità di Mosca, le navi ucraine non hanno chiesto il permesso per l’attraversamento, violando lo spazio navale russo. Da Kiev, l’attacco è stato definito «un’azione apertamente ostile». Il passaggio delle navi, stando alla posizione ucraina, era stato comunicato in anticipo. Tre militari ucraini sono rimasti feriti negli scontri. Le autorità russe hanno chiuso lo stretto di Kerch e sequestrato le tre navi.

Manifestanti in piazza. Dura la reazione a Kiev, dove nella notte del 25 novembre hanno avuto luogo scontri di fronte all’ambasciata russa. La polizia ucraina protegge l’edificio preso d’assalto da manifestanti armati di fumogeni e copertoni incendiati. Il presidente ucraino Petro Poroshenko ha chiesto al Parlamento la proclamazione della legge marziale, precisando che il suo Paese non ha intenzione di fare guerra alla Russia. Il Cremlino ha risposto denunciando la provocazione di Kiev, chiedendo di preservare l’incolumità della missione diplomatica.

Le reazioni. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si è riunito in sessione straordinaria per prendere provvedimenti in seguito all’aggressione. L’Unione Europea ha mostrato grande preoccupazione, espressa dalla presidenza del Consiglio austriaca e dall’alto rappresentante Federica Mogherini. L’ambasciatore di Kiev a Roma ha chiesto al governo italiano di condannare l’aggressione rafforzando le sanzioni contro il Cremlino.

Territorio conteso. La disputa per il territorio della Crimea continua senza sosta dal 2014, quando la penisola ha proclamato tramite referendum la sua indipendenza dall’Ucraina e l’adesione alla Federazione Russa. La guerra tra i secessionisti e Kiev è in corso dal 2014. Il Cremlino, pur non avendovi preso parte direttamente, appoggia in modo esplicito le repubbliche della Crimea. Il 16 maggio 2018, è stato inaugurato il ponte su Kerch, che collega il nuovo stato indipendente alla Russia. Attraverso lo stretto passano ancora molte navi ucraine, dirette soprattutto verso la città portuale di Mariupol.