«Silere non possum!». La citazione di Sant’Agostino da parte del Papa emerito Benedetto XVI sui preti sposati arriva come un fulmine a ciel sereno. Il libro “Dal profondo dei nostri cuori” scritto a quattro mani con il cardinale Robert Sarah e in uscita il 15 gennaio in Francia presso l’editore Fayard (di cui Le Figaro pubblica alcuni estratti), rischia di minare l’unità dell’istituzione cattolica. Lo scontro nella Chiesa tra conservatori e riformisti sembra dunque toccare un nuovo livello di intensità e arriva a minacciare l’autorità di Papa Francesco, visto che tra qualche settimana proprio sul celibato ecclesiastico è atteso un pronunciamento ufficiale di Bergoglio dopo il dibattito al Sinodo sull’Amazzonia di ottobre.

Il mancato silenzio – Dal 28 febbraio 2013, giorno in cui aveva deciso di “ritirarsi dagli occhi del mondo”, il Papa emerito ha deciso più volte di farsi vedere. Sebbene abbia sempre mostrato obbedienza verso il suo successore, Ratzinger però non ha mai mancato di far sentire la sua voce in materia teologica. Ormai sono tre i suoi appelli nel corso degli anni: il primo nel 2017, quando chiese un ritorno alla “centralità della liturgia nella vita della Chiesa”, il secondo nella primavera del 2019, durante la rivelazione di alcuni abusi sessuali. E adesso il libro, che lascerà più di qualche strascico visto che Ratzinger l’ha scritto a quattro mani con uno dei più acerrimi oppositori di Francesco. Insieme al cardinale Sarah, prefetto per la Congregazione per il Culto divino, Benedetto XVI attacca la possibilità di ordinare uomini sposati: «una catastrofe pastorale, che snaturerebbe l’essenza stessa del ruolo dei sacerdoti». In più non manca un appello ai fedeli, ai quali si chiede «di non lasciarsi impressionare da cattive suppliche, spettacoli teatrali, diaboliche menzogne, errori di moda che vogliono svalutare il celibato sacerdotale». Un messaggio rivolto anche agli oppositori all’interno della Chiesa.

Papa Francesco, 83 anni

La posizione della Chiesa- Il Sinodo sull’Amazzonia fa infatti ancora discutere la Curia. Il calo delle ordinazioni sacerdotali ha portato a un’apertura alla possibilità che uomini sposati come i diaconi possano celebrare l’eucarestia nelle zone sperdute della “cuenca” amazzonica, dove ci sono sempre meno preti. La riforma, votata dai due terzi del Sinodo, è profondamente osteggiata dal fronte conservatore che teme un’esportazione del modello anche in altre aree del mondo. Non è un mistero infatti che la Chiesa tedesca, capofila del fronte riformatore, appoggi con convinzione la riforma e preveda presto di esportarla anche lontano dal Rio delle Amazzoni.

Il dibattito- Da secoli la Chiesa si divide tra una visione più riformista e una più conservatrice della dottrina. Negli ultimi anni, però, il divario sembra essersi accentuato. Come tra Benedetto XVI e Francesco il cui rapporto, secondo alcune fonti vaticane, negli ultimi mesi si sarebbe raffreddato. Sostiene James Martin, gesuita e collaboratore della rivista cattolica America: «Alcuni potrebbero considerare quello di Benedetto XVI un grande contributo teologico al dibattito ma, vista la posizione unica in cui si trova, alcuni potrebbero considerarlo il prodotto di un “magistero parallelo”, cosa che può portare a spaccatura». Adesso l’ultima parola spetta a Francesco: sarà il Papa a decidere il destino del Sinodo e della riforma.