Con i contagi di nuovo in crescita esponenziale e il numero di morti di Covid-19 lentamente in calo su base nazionale, oscilla l’indice Rt delle singole regioni, e con questo indicatore cambia anche l’assetto cromatico legato alle zone di rischio dell’Italia.

Chi si sposta – Sono tre le regioni che dall’1 marzo passano dal giallo all’arancione: il Piemonte, la Lombardia e le Marche, che si aggiungono a Toscana, Emilia-Romagna, Abruzzo, Campania, Umbria, e alle province autonome di Trento e Bolzano. Passa in zona rossa la Basilicata, come aveva già annunciato il presidente Vito Bardi, specificando che «il tasso dell’indice di contagiosità è passato da 1,03 a 1,51 in una sola settimana». Nella zona di Massima sicurezza anche il Molise: il governo centrale ha accolto la richiesta di cambio colore del presidente Vito Toma, che rivolgendosi ai suoi cittadini dal suo profilo Facebook ha chiesto «massima prudenza e rispetto rigoroso del distanziamento sociale».

La prima zona bianca – La novità assoluta è rappresentata invece dalla Sardegna che diventa la prima zona bianca. La regione di Christian Solinas ha avuto il via libera dal ministro della Salute Roberto Speranza, il quale ha ritenuto incoraggianti i dati epidemiologici. Con un Rt di 0,68 – il più basso d’Italia – la Sardegna è in netta controtendenza rispetto al resto del Paese dove la media dell’indice di contagiosità sfiora quota 1. Per gli abitanti dell’isola non significa ancora “liberi tutti”, restano in vigore gli obblighi di indossare la mascherina, di mantenere il distanziamento sociale e di sanificazione degli ambienti. Ma un barlume di normalità si intravede. I ristoranti delle città sarde potranno rimanere aperti fino alle 23, bar e pub fino alle 21. Slitta il coprifuoco dalle 22 alle 23:30, pur rimanendo in vigore come nel resto d’Italia fino alle 5 del mattino.

Chi resta in giallo – Restano nella fascia gialla otto regioni: la Valle d’Aosta, il Veneto, il Friuli Venezia Giulia, la Liguria, il Lazio, la Puglia, la Calabria e la Sicilia. Qui rimane il coprifuoco dalle 22 alle 5, l’obbligo di chiusura per i locali entro le ore 18 con possibilità di asporto fino alle 10 di sera, e nessuna limitazione agli spostamenti entro i confini regionali.

Lombardia Arancione: ecco cosa c’è da sapere

1. Ristorazione

Dopo un mese di zona gialla, torna il divieto di servizio al tavolo per bar e ristoranti. L’asporto è invece consentito per i primi fino alle ore 18 e fino alle 22 per i secondi. La consegna a domicilio è sempre consentita.

2. Altri servizi

Dopo la timida riapertura di febbraio, i musei chiudono di nuovo i battenti. Le regole previste dalla zona arancione non consentono l’apertura degli spazi dedicati alla cultura nemmeno in osservanza di regole igienico-sanitarie stringenti. Restano aperti i negozi di ogni genere, mentre nel weekend chiudono i centri commerciali dove terranno le saracinesche alzate solo gli esercizi alimentari e quelli di prima necessità.

3. Scuola

In presenza la scuola dell’obbligo dalla materna alle medie. Per gli istituti secondari invece vige il sistema della didattica mista, dove è assicurata la presenza per il 50 percento  degli studenti.

4. Spostamenti

Torna il divieto di spostamento dal proprio comune di residenza salvo comprovati motivi di lavoro, salute e necessità. Ma la restrizione viene meno anche nei comuni con meno di 5mila abitanti; in questo caso è possibile allontanarsi entro 30 km dalle proprie abitazioni per raggiungere altri centri abitati anche oltre i confini regionali, ma con l’esclusione dei capoluoghi di provincia. La circolazione è libera all’interno del proprio comune e sarà possibile visitare amici e parenti una sola volta al giorno muovendosi in non più di due persone, esclusi dal conteggio i minori a carico di età inferiore ai 14 anni.

5. Osservati speciali

Arancione rafforzato – fino a domani 2 marzo – ma l’ordinanza è prorogabile – restano in fascia di rischio aggravato la provincia di Brescia; otto comuni in provincia di Bergamo e Soncino nel Cremonese. L’arancione scuro implica la chiusura totale delle scuole e il divieto di raggiungere le seconde case.

La Lombardia in Rosso – Le restrizioni della zona di massimo rischio si applicano ai Comuni di Bollate, in provincia di Milano, Viggiù nel Varesotto e Mede in provincia di Pavia. Qui, si attendono nuove disposizioni per il 3 marzo.